Implementazione di TLS Mutual Authentication (mTLS) con Quarkus

Antonio Musarra - Oct 6 - - Dev Community

Implementazione di TLS Mutual Authentication (mTLS) con Quarkus

La sicurezza delle applicazioni web è sempre più critica, soprattutto in contesti in cui le comunicazioni devono essere protette da entrambe le parti coinvolte. In questo contesto, l’autenticazione reciproca TLS (mTLS) offre una soluzione solida, garantendo che sia il client sia il server siano autenticati prima di stabilire una connessione sicura. L'obiettivo di questo articolo è quello di guidarvi verso la strada dell'implementazione di mTLS in un’applicazione utilizzando Quarkus, un framework Java ottimizzato per il cloud.

Cos’è l’autenticazione reciproca TLS (mTLS)?

L’autenticazione reciproca TLS (o mutual TLS o mTLS) è un’estensione del protocollo TLS standard. Solitamente TLS viene utilizzato per proteggere le comunicazioni tra client e server, dove solo il server deve presentare un certificato valido per autenticarsi con il client. Con mTLS, anche il client deve presentare un certificato valido, garantendo così che entrambe le parti siano autentiche.

Questa autenticazione bidirezionale è particolarmente utile in applicazioni distribuite, microservizi o API, dove sia il client che il server devono fidarsi reciprocamente prima di scambiare dati sensibili.

Il sequence diagram a seguire mostra il processo di autenticazione reciproca TLS (mTLS) tra un client e un server. In particolare, il client invia il proprio certificato al server, che lo verifica prima di stabilire una connessione sicura. Se il certificato del client è valido, il server procede con l’autenticazione e la comunicazione può iniziare (come ultimo step).

sequenceDiagram autonumber participant Client participant Server Client->>Server: Client Hello (Supported ciphersuites, Random number) Server-->>Client: Server Hello (Chosen ciphersuite, Random number, Request client certificate) Server-->>Client: Certificate (Server's certificate) Client-->>Client: Verify Server Certificate Client->>Server: Client Certificate (Client's certificate) Server-->>Server: Verify Client Certificate Client->>Server: Client Key Exchange (Premaster secret encrypted with server public key) Client->>Server: Finished (Encrypted with session key) Server->>Client: Finished (Encrypted with session key) Client->>Server: Application Data Server->>Client: Application Data

Figura 1 - Sequence diagramm del processo di autenticazione reciproca TLS (mTLS)

È importate capire che la verifica dei certificati nel contesto mTLS è un processo cruciale per garantire la sicurezza della connessione, impedendo la comunicazione con entità non fidate o malintenzionate. Se una delle verifiche dovesse fallire (ad esempio, il certificato è scaduto o non valido), l’handshake sarà interrotto e la connessione non sarà stabilita.

Vediamo di approfondire quali sono i passaggi chiave per la verifica dei certificati in un contesto mTLS.

Verifica del certificato del server da parte del client

Quando il server invia il proprio certificato al client, quest’ultimo deve verificarlo attraverso i seguenti passaggi.

  • Catena di certificazione (Certificate Chain): il client controlla che il certificato ricevuto dal server appartenga a una catena di certificati attendibili. Questo significa che il certificato del server deve essere firmato da un’autorità di certificazione (CA) che è inclusa nell’elenco delle CA fidate del client. La catena di certificazione viene verificata partendo dal certificato del server fino alla CA radice fidata.
  • Firma del certificato : il client verifica la firma digitale sul certificato del server. La firma deve essere stata generata dalla CA utilizzando la sua chiave privata. Il client usa la chiave pubblica della CA, inclusa nel certificato della CA, per verificare la firma. Se la firma corrisponde, il certificato non è stato modificato e può essere considerato autentico.
  • Validità temporale : il client verifica che il certificato non sia scaduto, controllando le date di validità (notBefore e notAfter) contenute nel certificato.
  • Revoca del certificato : il client può verificare se il certificato del server è stato revocato. Questo avviene tramite il controllo delle CRL (Certificate Revocation List) o utilizzando il protocollo OCSP (Online Certificate Status Protocol) per interrogare in tempo reale lo stato del certificato.
  • Hostname : Il client verifica che l’hostname del server corrisponda a quello presente nel certificato (nel campo Subject o nel campo Subject Alternative Name). Questo assicura che il certificato sia effettivamente emesso per il server con cui il client sta tentando di comunicare.

Verifica del certificato del client da parte del server

Quando il client invia il proprio certificato al server (se richiesto), il server deve verificarlo con i seguenti passaggi simili a quelli effettuati dal client.

  • Catena di certificazione : il server verifica che il certificato del client appartenga a una catena di certificati attendibili, cioè che sia firmato da una CA che il server riconosce come fidata. Anche qui si controlla la catena fino alla CA radice.
  • Firma del certificato : il server verifica la firma digitale sul certificato del client, utilizzando la chiave pubblica della CA che ha emesso il certificato per assicurarsi che la firma sia valida e che il certificato non sia stato alterato.
  • Validità temporale : il server controlla che il certificato del client non sia scaduto, verificando le date di inizio e fine validità.
  • Revoca del certificato : come nel caso del client, anche il server può effettuare un controllo per verificare se il certificato del client è stato revocato, usando una CRL o il protocollo OCSP.
  • Identità del client : in alcuni casi, il server può verificare che il certificato del client corrisponda a un’entità specifica (ad esempio, un’azienda o un dispositivo) che ha diritto di accedere ai servizi del server. Questa verifica può essere basata sui campi presenti nel certificato, come il campo Subject.

Crittografia e integrità dei certificati

Durante l’handshake, la chiave pubblica contenuta nei certificati viene utilizzata per scambiare in modo sicuro il premaster secret , che sarà poi trasformato nella chiave di sessione. Grazie a questo, il client e il server possono essere certi dell’identità reciproca e stabilire una connessione sicura.

I cassetti digitali

Sì, i certificati utilizzati per l'autenticazione, sia lato client sia lato server, sono memorizzati in repository specifici che fungono da "cassetti digitali" in cui i certificati sono conservati e verificati durante l'handshake TLS/mTLS. Ecco una panoramica dei principali luoghi dove i certificati sono archiviati e controllati.

1. Truststore

Il truststore è una raccolta di certificati radice di autorità di certificazione (CA) fidate. Questo è il "cassetto" dove vengono conservati i certificati delle CA che il sistema considera attendibili.

  • Lato Client : quando il client riceve il certificato del server, verifica che il certificato sia stato firmato da una delle CA presenti nel truststore. Se il certificato non può essere tracciato a una CA fidata (cioè, se non c'è una catena valida fino a una CA radice nel truststore), la connessione verrà rifiutata.

  • Lato Server : analogamente, il server verifica il certificato del client confrontandolo con le CA presenti nel suo truststore.

Qualcuno si chiederà dove si trovi il truststore, questo dipende dal sistema operativo.

  • Sistemi operativi : il truststore è integrato nel sistema operativo. Ad esempio, su:

  • Applicazioni : alcune applicazioni, come browser web o server, mantengono il proprio truststore separato. Ad esempio, i browser come Firefox usano un truststore indipendente da quello del sistema operativo.

2. Keystore

Il keystore è il luogo dove sono archiviati i certificati e le chiavi private associate a un'entità (come un server o un client). È simile a un portafoglio digitale che contiene le credenziali usate per identificarsi durante l'handshake.

  • Lato Server : il server archivia il proprio certificato e la chiave privata nel keystore. Quando il client richiede il certificato del server, questo viene estratto dal keystore e inviato al client per la verifica.

  • Lato Client : se la verifica del client è obbligatoria (come nel caso dell'mTLS), il client invia il proprio certificato estratto dal keystore quando il server lo richiede. Insieme al certificato, il client utilizza la chiave privata memorizzata nel keystore per firmare i messaggi di autenticazione durante l'handshake.

Qui la posizione del keystore dipende dal tipo di applicazione e dal sistema operativo.

  • Java KeyStore (JKS): Java usa un formato keystore specifico chiamato JKS. Questo file può contenere certificati e chiavi private ed è ampiamente usato in ambienti Java, come server applicativi (es. Tomcat, Spring Boot).
  • PKCS#12 (PFX o P12): è un formato standard per contenere certificati e chiavi private. Viene usato su diversi sistemi operativi e server. Ad esempio, i file .pfx o .p12 possono essere caricati in un server come Apache o NGINX.
  • Keychain (macOS): Su macOS, i certificati e le chiavi private possono essere memorizzati nel Keychain.

Il formato JKS è ancora supportato ma sconsigliato l'uso in favore di PKCS#12 , soprattutto per nuove implementazioni, poiché offre una migliore sicurezza e compatibilità.

3. Verifica tramite CRL o OCSP

Dopo aver estratto i certificati dai rispettivi "cassetti" (truststore o keystore), il client o il server possono verificare la validità del certificato, assicurandosi che non sia stato revocato.

  • CRL (Certificate Revocation List): è un elenco pubblicato dalle CA che elenca i certificati revocati. Durante l'handshake, il client o il server possono consultare questa lista per verificare se il certificato è stato revocato.
  • OCSP (Online Certificate Status Protocol): invece di scaricare un'intera lista, il sistema può interrogare un server OCSP per verificare in tempo reale se un certificato è stato revocato.

Volendo fare un riassunto, ecco un elenco dei principali componenti coinvolti nella gestione dei certificati e nella verifica durante l'handshake TLS/mTLS.

  • Truststore : contiene i certificati delle CA radice fidate e viene usato per verificare i certificati ricevuti da client o server.
  • Keystore : contiene il certificato dell'entità (client o server) e la relativa chiave privata. Viene usato per l'autenticazione.
  • CRL/OCSP : utilizzati per controllare la revoca dei certificati.

In questo modo, i certificati sono archiviati e gestiti nei rispettivi "cassetti" (truststore/keystore), e vengono verificati tramite processi di validazione durante l'handshake TLS/mTLS per garantire la sicurezza e l'integrità della connessione.

Vi posso consigliare di esplorare il progetto su GitHub docker-apache-ssl-tls-mutual-authentication e il relativo articolo Docker Image Apache SSL/TLS Mutual Authentication on Azure Cloud per avere un'idea pratica di come implementare mTLS con Apache.

Perché gestire mTLS direttamente sull'applicazione?

Sono sicurissimo che qualcuno di voi potrebbe obiettare quanto segue: solitamente in ambienti di produzione, la sicurezza mTLS viene gestita da apparati ad hoc collocati davanti l’applicazione, quindi, quali sono i vantaggi nel configurare mTLS direttamente sull’applicazione?

È vero che in molti ambienti di produzione la sicurezza mTLS viene spesso gestita da dispositivi dedicati, come load balancer o gateway API, collocati davanti all’applicazione. Tuttavia, configurare mTLS direttamente sull’applicazione presenta alcuni vantaggi significativi, specialmente in certi scenari e architetture. Di seguito, esploreremo i motivi per cui questa scelta può essere valida.

Vantaggi di configurare mTLS direttamente sull’applicazione

A seguire vedremo brevemente quali siano i vantaggi principali nell'adozione di questa scelta.

1. Maggiore controllo e flessibilità

Configurare mTLS direttamente sull’applicazione consente di avere un controllo più granulare su come e quando l’autenticazione reciproca viene applicata. Ad esempio, puoi decidere:

  • quali endpoint richiedono mTLS e quali no;
  • diversificare la gestione dei certificati a livello di servizio o microservizio in base alle esigenze di sicurezza specifiche.

Questo tipo di configurazione può essere particolarmente utile in ambienti multi-tenant o con servizi sensibili , dove i requisiti di sicurezza possono variare da un microservizio all’altro.

2. Difesa in profondità

In sicurezza informatica, il principio di difesa in profondità (vedi sezione Importanti principi di protezione dell’ISA/IEC 62443) implica la stratificazione di più livelli di protezione. Anche se mTLS viene implementato a livello di gateway o di load balancer, aggiungere un ulteriore strato di sicurezza direttamente nell’applicazione riduce il rischio di compromissioni:

  • se l’infrastruttura del gateway viene bypassata o compromessa, l’applicazione richiede comunque l’autenticazione reciproca per accedere.

In questo modo, anche se un attaccante riuscisse a superare un dispositivo di sicurezza a monte, troverebbe comunque un altro livello di protezione all’interno dell’applicazione.

3. Sicurezza end-to-end

Gestendo mTLS a livello dell’applicazione, puoi garantire una sicurezza end-to-end tra i client e i microservizi, senza dover delegare la fiducia a dispositivi intermedi. In ambienti distribuiti, soprattutto in scenari di microservizi, questo garantisce che le connessioni siano protette fino all’applicazione stessa , non solo fino al gateway.

  • I certificati del client sono validati direttamente dall’applicazione, eliminando potenziali punti di vulnerabilità legati a configurazioni errate o attacchi intermedi che potrebbero verificarsi tra il gateway e l’applicazione.

4. Riduzione della complessità di infrastruttura

In alcune architetture moderne, come quelle serverless o microservizi in ambienti containerizzati , l’uso di dispositivi dedicati per la gestione della sicurezza può introdurre complessità e aumentare la latenza nelle comunicazioni. Implementare mTLS direttamente sui microservizi può ridurre la dipendenza da questi dispositivi e semplificare l’architettura complessiva:

  • in ambienti dinamici, dove i microservizi si scalano rapidamente, l’uso di service mesh (ad esempio Istio) o configurazioni centralizzate a livello di applicazione può risultare più gestibile rispetto a delegare tutto ai dispositivi di front-end.

5. Ambienti multi-cloud o ibridi

In contesti multi-cloud o ibridi , in cui i servizi sono distribuiti su diversi provider o persino on-premise, configurare mTLS direttamente sulle applicazioni garantisce che la sicurezza sia gestita in modo uniforme, indipendentemente da dove siano eseguite. In questi casi, affidarsi completamente a dispositivi di front-end potrebbe non essere pratico o potrebbe richiedere una complessità aggiuntiva in termini di gestione dei certificati tra provider diversi.

6. Indipendenza dai dispositivi di rete

Affidarsi completamente ai dispositivi dedicati per la gestione di mTLS può comportare un legame tecnologico con una particolare infrastruttura o provider. Gestire la sicurezza mTLS direttamente sull’applicazione riduce la dipendenza da questi dispositivi, offrendo portabilità tra ambienti diversi (ad esempio, passare da un cloud provider all’altro senza dover riconfigurare l’infrastruttura di sicurezza a monte).

7. Testing e sviluppo più sicuri

Configurare mTLS direttamente nell’applicazione permette di simulare e testare scenari di sicurezza anche in ambienti di sviluppo o pre-produzione , senza dover riprodurre l’intera infrastruttura di produzione. In questo modo, i team di sviluppo possono:

  • testare con maggiore precisione le configurazioni di sicurezza che verranno utilizzate in produzione;
  • implementare flussi di DevSecOps più fluidi, dove la sicurezza viene verificata in ogni fase del ciclo di vita del software.

8. Personalizzazione della logica di autenticazione

In alcuni casi, potrebbe essere necessario personalizzare la logica di autenticazione in base alle esigenze specifiche dell’applicazione. Configurare mTLS direttamente nel codice o nelle configurazioni dell’applicazione permette di introdurre logiche personalizzate come:

  • validazioni aggiuntive sui certificati;
  • limitare l’accesso a specifici client in base a metadati contenuti nei certificati.

Quando usare dispositivi dedicati per la gestione di mTLS?

Nonostante i vantaggi della configurazione di mTLS direttamente nell’applicazione, ci sono contesti in cui l’uso di dispositivi dedicati rimane una scelta preferibile.

  • Scalabilità centralizzata : in ambienti con molti servizi e microservizi, potrebbe essere più semplice e scalabile gestire mTLS a livello di gateway, piuttosto che applicare la stessa configurazione a decine o centinaia di microservizi.
  • Performance e ottimizzazione : gli apparati specializzati (come load balancer hardware) possono essere ottimizzati per gestire rapidamente grandi quantità di connessioni TLS e mTLS, riducendo la latenza e scaricando l’onere crittografico dalle applicazioni.
  • Amministrazione centralizzata : in organizzazioni di grandi dimensioni con team separati, delegare la gestione di mTLS a dispositivi dedicati può ridurre la complessità di gestione da parte degli sviluppatori, permettendo ai team di rete e sicurezza di concentrarsi esclusivamente su questi aspetti.

In conclusione

Configurare mTLS direttamente sull’applicazione in Quarkus offre una serie di vantaggi, tra cui maggiore controllo, flessibilità e sicurezza end-to-end. Questo approccio può essere particolarmente utile in ambienti distribuiti, multi-cloud, o in scenari dove la difesa in profondità è un requisito fondamentale.

Sebbene ci siano contesti in cui dispositivi dedicati a monte siano la scelta migliore per la gestione della sicurezza, integrare mTLS a livello di applicazione permette una gestione più granulare e può migliorare la sicurezza in architetture moderne come microservizi e container.

Quale scenario andremo a implementare

Utilizzando Quarkus andremo a implementare un classico scenario dove una risorsa (in questo caso REST) sia protetta attraverso il meccanismo mTLS. Il sequence diagram mostrato a seguire illustra proprio lo scenario, dove:

  1. il Client inizia la connessione TLS con l’applicazione Quarkus ;
  2. Quarkus richiede il certificato del client come parte della procedura di autenticazione reciproca mTLS;
  3. il Client invia il proprio certificato;
  4. Quarkus verifica il certificato del client
    1. se il certificato è valido, Quarkus elabora la richiesta di accesso alla risorsa e restituisce i dati della risorsa;
    2. se il certificato non è valido, Quarkus restituisce un errore, negando l’accesso alla risorsa.

Sul sequence diagram sono stati omessi volutamente alcune delle fasi del processo TLS Handshake per dare risalato a quelle fasi che contribuisco al meccanismo di mutua autenticazione. Per il processo completo, fare riferimento al capitolo Cos’è l’autenticazione reciproca TLS (mTLS).

sequenceDiagram participant Client participant QuarkusApp as Quarkus Application %% TLS Handshake Note over Client, QuarkusApp: TLS Handshake Starts Client->>QuarkusApp: Initiate TLS handshake QuarkusApp->>Client: Request Client Certificate Client->>QuarkusApp: Send Client Certificate Note over Client, QuarkusApp: TLS Handshake Complete QuarkusApp->>QuarkusApp: Verify Client Certificate via mTLS %% Resource Request alt Valid Client Certificate Client->>QuarkusApp: Request access to /resource QuarkusApp->>QuarkusApp: Process the request QuarkusApp->>Client: Return /resource data else Invalid Client Certificate QuarkusApp->>Client: Error: Invalid Client Certificate end

Figura 2 - Sequence diagramm della soluzione di mTLS da implementare tramite Quarkus

Per realizzare la soluzione mostrata nel diagramma precedente, avremo bisogno dei seguenti strumenti software.

Nel corso dell'implementazione andremo a utilizzare diversi componenti di Quarkus che rientrano nel panorama dell' architettura di sicurezza di Quarkus e per cui invito a leggere le seguenti risorse.

  1. Quarkus Security architecture
  2. Quarkus Security overview
  3. Built-in authentication mechanisms
  4. Authorization of web endpoints
  5. TLS registry reference

La figura 3 mostra l'architettura di sicurezza di Quarkus, dove ho volutamente evidenziare lo strato che riguarda il componente SecurityIdentityAugmentor perché nel corso dell'articolo vedremo a cosa serve questo componente e come implementare una personalizzazione utile per i nostri scopi.


Figura 3 - Quarkus Security Architecture e flow del processo di autenticazione e autorizzazione (fonte Quarkus.io)

Tra l'elenco delle risorse ho menzionato il TLS Registry che utilizzeremo per portare a termine con successo l'implementazione della soluzione.

Cos’è il TLS Registry di Quarkus? È un'estensione di Quarkus che centralizza la configurazione TLS per l'applicazione. Consente di definire la configurazione TLS in un unico luogo e di farvi riferimento da più punti nell'applicazione. Nel corso dell'articolo vedremo come ci verrà incontro.

Requisiti dell'applicazione Quarkus

Siamo certi del fatto che dobbiamo implementare la nostra applicazione per il supporto mTLS. In particolare andremo a implementare quanto descritto in maniera sintetica dalla tabella a seguire.

ID Requisito Descrizione
1 Autenticazione mTLS È richiesto che l'applicazione supporti mTLS come meccanismo di autenticazione utilizzando certificati in formato PEM e PKCS#12.
2 Private end-point REST È richiesto la realizzazione di due end-point REST il cui accesso deve essere garantito solo ai client che si presentino con un certificato client avente determinate carratteristiche (vedi capitolo Generazione dei certificati).

Il primo end-point deve essere definito con la URI /v1/connection-info/info con metodo GET e produrre un JSON avente la struttura mostrata al capitolo Struttura JSON di risposta dei servizi REST. La risposta del servizio conterrà un set d'informazioni che riguardano la connessione instaurata.

Il secondo end-point deve essere definito con la URI /v1/connection-info/user-identity con metodo GET e produrre un JSON avente la struttura mostrata al capitolo Struttura JSON di risposta dei servizi REST. La risposta del servizio conterrà un set d'informazioni che riguardano l'indentità del client che ha richiesto l'accesso alla risorsa. |
| 3 | Mapping automatico dei ruoli | È richiesto che l'applicazione sia capace di mappare attributi specifici del certificato client sui ruoli gestisti da Quarkus (vedi Authorization of web endpoints). Per i dettagli sulla struttura del certificato client fare riferimento al capitolo Generazione dei certificati. |
| 4 | Mapping automatico degli attributi d'identità | È richiesto che l'applicazione sia capace di mappare attributi specifici del certificato client sugli Identity Attributes del client che ha richiesto l'accesso alla risorsa. Per i dettagli sulla struttura del certificato client fare riferimento al capitolo Generazione dei certificati. |
| 5 | Definizione delle policy di accesso ai servizi Rest | È richiesto che l'applicazione definisca una policy chiamata per esempio role-policy-cert che definisca i ruoli User e Administrator come abilitati per l'accesso alle due risorse REST descritte sul requisito numero 1. |
| 6_BONUS | Integrazione Trusted Service List (TSL) | È richiesto che l'applicazione sia integrata con il Trusted Service List (TSL) Italiano per l'acquisizione delle Certification Authority dei fornitori di servizi fiduciari qualificati e accreditati per il rilascio di certificati digitali. Questa è una predisposizione per consetire poi l'accesso all'applicazione in mTLS tramite per esempio CIE e CNS. |

Tabella 1 - Requisiti che l'applicazione Quarkus deve implementare.

Generazione dei certificati

Per gestire correttamente la mutua autenticazione allo scopo di fare anche dei test sul nostro ambiente di sviluppo, abbiamo la necessità di disporre dei seguenti certificati X.509:

  1. un certificato di Certificate Authority (CA);
  2. un certificato server per il servizio HTTPS, quest'ultimo basato su Vert.x Core integrato all'interno di Quarkus;
  3. un set di certificati client che devono avere specifiche caratteristiche per accedere ai servizi (vedi requisiti tre, quattro e sei).

Per il nostro ambiente di sviluppo siamo autonomi nella generazione dei certificati ma al momento vediamo quali sono le caratteriste dei certificati che dovremo generare e che sono mostrate nella tabella a seguire.

Tipo CN SAN O OU L ST C Valitità Issuer
CA Dontesta CA Dontesta IT Labs Bronte Catania IT 5 anni self
Server rd.quarkus.dontesta.it admin.quarkus.dontesta.it, blog.quarkus.dontesta.it, localhost Dontesta IT Labs Bronte Catania IT 1 anno Dontesta CA, Dontesta
Client #client-id (può essere un qualunque tipo di identificatore) #Organization #OrganizationUnit #Locality #State #Country #Validity #Issuer

Tabella 2 - Caratteristiche dei certificati da generare

Nota : gli FQDN (Fully Qualified Domain Name) usati nei certificati sono puramente di esempio e andranno poi sostituiti con quelli reali.

Per soddisfare il requisito tre e quattro, il certificato client deve essere creato con le seguenti caratteristiche:

  1. clientAuth in extendedKeyUsage : l’extendedKeyUsage con il valore clientAuth indica che il certificato può essere utilizzato per l’autenticazione del client in contesti mTLS o altre situazioni in cui un client deve dimostrare la propria identità a un server. L’**Object Identifier (OID)** associato a clientAuth è 1.3.6.1.5.5.7.3.2, ed è riconosciuto universalmente per identificare certificati che possono essere utilizzati per l’autenticazione dei client;
  2. estensione personalizzate : per gestire i ruoli e attributi, i certificati client dovranno avere le seguenti estensioni personalizzate:
    1. 1.3.6.1.4.1.99999.1 = ASN1:UTF8String:Role=${ext_cert_role}
    2. 1.3.6.1.4.1.99999.2 = ASN1:UTF8String:DeviceId=${ext_cert_device_id}

Le due estensioni personalizzate che sono identificate con OID della classe privata 1.3.6.1.4.1 dove 99999 rappresenta un numero riservato per un’ipotetica organizzazione, sono usate rispettivamente per indicare ruoli e il deviceId. I placeholder ${ext_cert_role} e ${ext_cert_device_id} conterranno i rispettivi valori per Role e DeviceId.

L'estensione personalizzata avente OID 1.3.6.1.4.1.99999.1 deve contenere uno più ruoli attraverso una stringa che dovrà rispettare il pattern ^Role=([A-Za-z]+(?:,[A-Za-z]+)*+)$.

L'estensione personalizzata avente OID 1.3.6.1.4.1.99999.2 deve contenere l'identificativo di un ipotetico deviceId il cui valore deve essere calcolato secondo un regola ben definita e che vedremo successivamente.

In termini di configurazione OpenSSL, a seguire è mostrato un esempio di configurazione da usare per la generazione dei certificati client usando OpenSSL.

[client_cert]
basicConstraints = CA:FALSE
keyUsage = digitalSignature, keyEncipherment
extendedKeyUsage = critical, clientAuth
subjectKeyIdentifier = hash
authorityKeyIdentifier = keyid,issuer

# Estensioni personalizzate
1.3.6.1.4.1.99999.1 = ASN1:UTF8String:Role=${ext_cert_role}
1.3.6.1.4.1.99999.2 = ASN1:UTF8String:DeviceId=${ext_cert_device_id}

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INI

Configurazione 1 - Configurazione di OpenSSL per la generazione dei certificati client

L'extendedKeyUsage clientAuth ha il flag a critical perché la sua interpretazione da parte del server TLS è fondamentale; le estensioni personalizzate non sono segnate come critical, per cui il server TLS le ignorerà ma non i componenti di mapping (vedi requisiti tre e quattro).

A seguire è mostrato un estratto della chiave pubblica di un certificato client generato secondo le specifiche discusse in precendenza. La sezione X509v3 extensions mostra appunto le estensioni usate, sia quelle standard, sia quelle personalizzate.

Certificate:
    Data:
        Version: 3 (0x2)
        Serial Number:
            65:ef:ed:e0:55:06:f7:fa:23:75:ea:a5:df:c6:61:ab:75:8c:38:21
        Signature Algorithm: sha256WithRSAEncryption
        Issuer: C=IT, ST=Catania, L=Bronte, O=Dontesta, OU=IT Labs, CN=Dontesta CA
        Validity
            Not Before: Sep 12 09:47:43 2024 GMT
            Not After : Sep 12 09:47:43 2025 GMT
        Subject: C=IT, ST=Italy, L=Rome, O=Bad Corporation, OU=Community & News, CN=24A5CCC7-EE36-4449-9025-54CED3011920
        Subject Public Key Info:
            Public Key Algorithm: rsaEncryption
                Public-Key: (2048 bit)
                Modulus: ...
                Exponent: 65537 (0x10001)
        X509v3 extensions:
            X509v3 Basic Constraints:
                CA:FALSE
            X509v3 Key Usage:
                Digital Signature, Key Encipherment
            X509v3 Extended Key Usage: critical
                TLS Web Client Authentication
            X509v3 Subject Key Identifier:
                AF:06:90:23:56:1B:97:6A:E4:B3:63:4E:E3:F0:8A:24:6E:FE:A3:CD
            X509v3 Authority Key Identifier:
                28:CB:D3:55:FE:FA:AA:6D:34:D4:45:56:9D:A8:68:F1:E4:6D:20:A3
            1.3.6.1.4.1.99999.1:
                ..Role=User,CommunityManager
            1.3.6.1.4.1.99999.2: ...DeviceId=MTcyNjEzNDQ2MzExMzA3NjAwMCM0MWJmNDAxNC1lNDFlLTQ5YWUtYTU4Mi02NTJiMGEzMzVlMTcjYW11c2FycmEtbWFjYm9vay1wcm8ubG9jYWwjYTdkMmZmNDI0NjJiMGZjYWRhMzM1YjAwN2NhN2E4YTY5NzVkNjZlNmE3MDg3N2M1MzczM2VmYmYzODBkMWQ5Nw==
    Signature Algorithm: sha256WithRSAEncryption
    Signature Value:...

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Plaintext

Configurazione 2 - Estratto della chiave pubblica di un certificato client generato secondo le specifiche.

Algoritmo per la generazione del DeviceId

La generazione del DeviceId dovrà avvenire nel modo seguente:

  1. combina il timestamp corrente, un UUID (Universally Unique Identifier) generato e l’hostname del dispositivo per creare una stringa unica. Le singole informazioni devono essere separate dal carattere # (hash o diesis);
  2. genera un HMAC (Hash-based Message Authentication Code) usando SHA-256 e una chiave segreta;
  3. combina queste informazioni e codifica il risultato in Base64.

Il processo di verifica, è praticamente l'inverso:

  1. decodifica un DeviceId codificato in Base64;
  2. separa la stringa combinata e l’HMAC fornito;
  3. rigenera l’HMAC basandosi sulla stringa originale.
  4. confronta l’HMAC calcolato con quello fornito per verificare la validità dell’ID.

A seguire è mostrato il flow di quanto descritto in precedenza per generare e verificare il DeviceId.

graph TD A((Start)) --> B{Command?} B --> |Generate| C[Collect timestamp, UUID, and hostname] C --> D[Create combined string] D --> E[Generate HMAC SHA-256 with secret key] E --> F[Combine with HMAC and encode in Base64] F --> G[Return Base64 Device ID] B --> |Verify| H[Decode Base64 Device ID] H --> I[Extract combined string and provided HMAC] I --> J[Recalculate HMAC using secret key] J --> K{Compare HMACs} K --> |Match| L[Device ID verified] K --> |Mismatch| M[Verification failed] G --> N((End)) L --> N M --> N

Figura 4 - Flow per la generazione e verifica del DeviceId.

A seguire è mostrato lo pseudo codice per la generazione del DeviceId. Se fate attenzione, il DeviceId mostrato nell'esempio è quello visibile sulle info del certificato client di esempio mostrato in configurazione 2.

# Combined string
# Generate a unique string based on timestamp, UUID, and hostname
# timestamp=$(date +%s%N) # Get the current timestamp with nanoseconds
# uuid=$(uuidgen | tr '[:upper:]' '[:lower:]') # Generate a UUID and convert it to lowercase
# hostname=$(hostname) # Use the device's hostname for additional uniqueness
# combined_string="${timestamp}#${uuid}#${hostname}"
1726134463113076000#41bf4014-e41e-49ae-a582-652b0a335e17#amusarra-macbook-pro.local

# HMAC sha256 with secret key my_secret_key_for_generate_device_id
# Generate an HMAC SHA-256 based on the combined string and the secret key
# hmac=$(echo -n "$combined_string" | openssl dgst -sha256 -hmac "$DEVICE_ID_SECRET_KEY" | awk '{print $2}')
a7d2ff42462b0fcada335b007ca7a8a6975d66e6a70877c53733efbf380d1d97

# Combine the device ID with the HMAC
# device_id="${combined_string}#${hmac}"
1726134463113076000#41bf4014-e41e-49ae-a582-652b0a335e17#amusarra-macbook-pro.local#a7d2ff42462b0fcada335b007ca7a8a6975d66e6a70877c53733efbf380d1d97

# DeviceId in Base64
# Encode the result using Base64
# encoded_device_id=$(echo -n "$device_id" | base64)
MTcyNjEzNDQ2MzExMzA3NjAwMCM0MWJmNDAxNC1lNDFlLTQ5YWUtYTU4Mi02NTJiMGEzMzVlMTcjYW11c2FycmEtbWFjYm9vay1wcm8ubG9jYWwjYTdkMmZmNDI0NjJiMGZjYWRhMzM1YjAwN2NhN2E4YTY5NzVkNjZlNmE3MDg3N2M1MzczM2VmYmYzODBkMWQ5Nw==

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Bash

Source Code 1 - Pseudo codice che mostra la generazione del DeviceId

Volendo implementare uno script per la generazione e verifica del DeviceId, quello a seguire è il sequence diagram.


Figura 5 - Sequence Diagram che mostra il funzionamento di un ipotetico script di generazione e verifica del DeviceId.

Struttura JSON di risposta dei servizi REST

A seguire lo schema del JSON di risposta per il servizio /api/v1/connection-info/user-identity e un esempio dell'istanza.

{
  "type": "object",
  "properties": {
    "principal": {
      "type": "string",
      "description": "A distinguished name (DN) representing the principal."
    },
    "roles": {
      "type": "array",
      "items": {
        "type": "string"
      },
      "description": "An array of roles assigned to the principal."
    },
    "attributes": {
      "type": "object",
      "properties": {
        "deviceId": {
          "type": "string",
          "description": "An identifier for the device associated with the principal."
        }
      },
      "required": ["deviceId"],
      "description": "Additional attributes related to the principal."
    },
    "userCN": {
      "type": "string",
      "description": "The common name (CN) of the user."
    }
  },
  "required": ["principal", "roles", "attributes", "userCN"],
  "description": "Schema for representing a user principal with roles and attributes."
}

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JSON

Source Code 2 - Schema del JSON di risposta per il servizio /api/v1/connection-info/user-identity

{
  "principal": "CN=24A5CCC7-EE36-4449-9025-54CED3011920,OU=Community & News,O=Bad Corporation,L=Rome,ST=Italy,C=IT",
  "roles": [
    "User",
    "CommunityManager"
  ],
  "attributes": {
    "deviceId": "MTcyNjEzNDQ2MzExMzA3NjAwMCM0MWJmNDAxNC1lNDFlLTQ5YWUtYTU4Mi02NTJiMGEzMzVlMTcjYW11c2FycmEtbWFjYm9vay1wcm8ubG9jYWwjYTdkMmZmNDI0NjJiMGZjYWRhMzM1YjAwN2NhN2E4YTY5NzVkNjZlNmE3MDg3N2M1MzczM2VmYmYzODBkMWQ5Nw=="
  },
  "userCN": "24A5CCC7-EE36-4449-9025-54CED3011920"
}

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JSON

Source Code 3 - Esempio di risposta JSON del servizio /api/v1/connection-info/user-identity

A seguire lo schema del JSON di risposta per il servizio /api/v1/connection-info/info e un esempio dell'istanza.

{
  "type": "object",
  "properties": {
    "httpRequestHeaders": {
      "type": "object",
      "properties": {
        "user-agent": {
          "type": "string",
          "description": "User agent string of the HTTP request."
        },
        "accept": {
          "type": "string",
          "description": "Accept header of the HTTP request."
        }
      },
      "required": ["user-agent", "accept"],
      "description": "Headers of the HTTP request."
    },
    "server": {
      "type": "object",
      "properties": {
        "notAfter": {
          "type": "string",
          "description": "Expiration date of the server's certificate."
        },
        "keyAlgorithm": {
          "type": "string",
          "description": "Algorithm used for the server's key."
        },
        "keySize": {
          "type": "integer",
          "description": "Size of the server's key in bits."
        },
        "certCommonName": {
          "type": "string",
          "description": "Common name of the server's certificate."
        },
        "certIssuer": {
          "type": "string",
          "description": "Issuer of the server's certificate."
        },
        "subjectAlternativeNames": {
          "type": "array",
          "items": {
            "type": "array",
            "items": [
              { "type": "integer" },
              { "type": "string" }
            ]
          },
          "description": "Subject alternative names in the server's certificate."
        },
        "certSubject": {
          "type": "string",
          "description": "Subject of the server's certificate."
        },
        "certSerialNumber": {
          "type": "string",
          "description": "Serial number of the server's certificate."
        },
        "certPEM": {
          "type": "string",
          "description": "PEM encoded server certificate."
        },
        "customExtensions": {
          "type": "object",
          "description": "Custom extensions for the server's certificate."
        },
        "notBefore": {
          "type": "string",
          "description": "Start date of validity for the server's certificate."
        }
      },
      "required": [
        "notAfter",
        "keyAlgorithm",
        "keySize",
        "certCommonName",
        "certIssuer",
        "subjectAlternativeNames",
        "certSubject",
        "certSerialNumber",
        "certPEM",
        "notBefore"
      ],
      "description": "Details about the server's certificate and key."
    },
    "protocol": {
      "type": "string",
      "description": "Protocol used for the connection (e.g., TLS version)."
    },
    "httpProtocol": {
      "type": "string",
      "description": "HTTP protocol version (e.g., HTTP/2)."
    },
    "clientPort": {
      "type": "integer",
      "description": "Port number used by the client."
    },
    "isSecure": {
      "type": "boolean",
      "description": "Indicates if the connection is secure."
    },
    "client": {
      "type": "object",
      "properties": {
        "notAfter": {
          "type": "string",
          "description": "Expiration date of the client's certificate."
        },
        "keyAlgorithm": {
          "type": "string",
          "description": "Algorithm used for the client's key."
        },
        "keySize": {
          "type": "integer",
          "description": "Size of the client's key in bits."
        },
        "certCommonName": {
          "type": "string",
          "description": "Common name of the client's certificate."
        },
        "certIssuer": {
          "type": "string",
          "description": "Issuer of the client's certificate."
        },
        "subjectAlternativeNames": {
          "type": "null",
          "description": "Subject alternative names in the client's certificate, if any."
        },
        "certSubject": {
          "type": "string",
          "description": "Subject of the client's certificate."
        },
        "certSerialNumber": {
          "type": "string",
          "description": "Serial number of the client's certificate."
        },
        "certPEM": {
          "type": "string",
          "description": "PEM encoded client certificate."
        },
        "customExtensions": {
          "type": "object",
          "properties": {
            "role": {
              "type": "string",
              "description": "Custom role information in the client's certificate."
            },
            "deviceId": {
              "type": "string",
              "description": "Custom device ID information in the client's certificate."
            }
          },
          "description": "Custom extensions for the client's certificate."
        },
        "notBefore": {
          "type": "string",
          "description": "Start date of validity for the client's certificate."
        }
      },
      "required": [
        "notAfter",
        "keyAlgorithm",
        "keySize",
        "certCommonName",
        "certIssuer",
        "certSubject",
        "certSerialNumber",
        "certPEM",
        "notBefore"
      ],
      "description": "Details about the client's certificate and key."
    },
    "userAgent": {
      "type": "string",
      "description": "User agent string used by the client."
    },
    "cipherSuite": {
      "type": "string",
      "description": "Cipher suite used for the connection."
    },
    "clientAddress": {
      "type": "string",
      "description": "Address and port of the client."
    }
  },
  "required": [
    "httpRequestHeaders",
    "server",
    "protocol",
    "httpProtocol",
    "clientPort",
    "isSecure",
    "client",
    "userAgent",
    "cipherSuite",
    "clientAddress"
  ],
  "description": "Schema representing a network connection including server and client details, protocols, and certificates."
}

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JSON

Source Code 4 - Schema del JSON di risposta per il servizio /api/v1/connection-info/info

{
  "httpRequestHeaders": {
    "user-agent": "curl/8.7.1",
    "accept": "*/*"
  },
  "server": {
    "notAfter": "Sun Sep 07 00:16:21 CEST 2025",
    "keyAlgorithm": "RSA",
    "keySize": 2048,
    "certCommonName": "rd.quarkus.dontesta.it",
    "certIssuer": "CN=Dontesta CA,OU=IT Labs,O=Dontesta,L=Bronte,ST=Catania,C=IT",
    "subjectAlternativeNames": [
      [
        2,
        "admin.quarkus.dontesta.it"
      ],
      [
        2,
        "blog.quarkus.dontesta.it"
      ],
      [
        2,
        "localhost"
      ]
    ],
    "certSubject": "CN=rd.quarkus.dontesta.it,OU=IT Labs,O=Dontesta,L=Bronte,ST=Catania,C=IT",
    "certSerialNumber": "581958667903693191343101950434363490497173665817",
    "certPEM": "<certPEM>",
    "customExtensions": {},
    "notBefore": "Sat Sep 07 00:16:21 CEST 2024"
  },
  "protocol": "TLSv1.3",
  "httpProtocol": "HTTP_2",
  "clientPort": 54845,
  "isSecure": true,
  "client": {
    "notAfter": "Fri Sep 12 11:47:43 CEST 2025",
    "keyAlgorithm": "RSA",
    "keySize": 2048,
    "certCommonName": "24A5CCC7-EE36-4449-9025-54CED3011920",
    "certIssuer": "CN=Dontesta CA,OU=IT Labs,O=Dontesta,L=Bronte,ST=Catania,C=IT",
    "subjectAlternativeNames": null,
    "certSubject": "CN=24A5CCC7-EE36-4449-9025-54CED3011920,OU=Community & News,O=Bad Corporation,L=Rome,ST=Italy,C=IT",
    "certSerialNumber": "581958667903693191343101950434363490497173665825",
    "certPEM": "<certPEM>",
    "customExtensions": {
      "role": "Role=User,CommunityManager",
      "deviceId": "DeviceId=MTcyNjEzNDQ2MzExMzA3NjAwMCM0MWJmNDAxNC1lNDFlLTQ5YWUtYTU4Mi02NTJiMGEzMzVlMTcjYW11c2FycmEtbWFjYm9vay1wcm8ubG9jYWwjYTdkMmZmNDI0NjJiMGZjYWRhMzM1YjAwN2NhN2E4YTY5NzVkNjZlNmE3MDg3N2M1MzczM2VmYmYzODBkMWQ5Nw=="
    },
    "notBefore": "Thu Sep 12 11:47:43 CEST 2024"
  },
  "userAgent": "curl/8.7.1",
  "cipherSuite": "TLS_AES_256_GCM_SHA384",
  "clientAddress": "127.0.0.1:54845"
}

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JSON

Source Code 5 - Esempio di risposta JSON del servizio /api/v1/connection-info/info

Requisiti software

Per sviluppare la nostra soluzione mTLS, abbiamo necessità di un set di strumenti software che potremmo dividere in due categorie.

  1. Sviluppo
    1. Java 21
    2. Maven 3.9.x
    3. Quarkus 3.14.x
    4. Quarkus CLI (opzionale ma consigliato)
    5. Git (opzionale ma consigliato)
  2. Gestione certificati TLS (opzionali ma consigliato)
    1. bash 5.2.x | zsh 5.x | GitBash 2.46
    2. OpenSSL 3.x
    3. Curl 8.x
    4. Java KeyTool (in genere installato con la JDK)
    5. Xidel è uno strumento da riga di comando e una libreria che consente di estrarre dati da documenti XML, HTML e JSON usando XPath, XQuery o CSS Selectors

La versione del framework di Quarkus deve essere dalla 3.14 in poi, questo perché alcune delle funzionalità, come per esempio il TSL Registry è stato introdotto dalla versione 3.14.0.

La Quarkus CLI è opzionale in quanto la maggior parte delle operazioni possono essere eseguite attraverso Maven e il plugin di Quarkus. Nel corso di questo articolo utilizzeremo però la Quarkus CLI.

Git è opzionale ma consigliato se volete seguire gli step di questo articolo e clonare il repository del progetto completo.

Per quanto riguarda i tool indicati per la gestione dei certificati TLS, non sono obbligatori ma ritengo utile l'installazione per provare con mano la gestione dei certificati TLS (client e server).

La gestione dei certificati TLS è in genere demandata a organi specifici all'interno di un'organizzazione ma noi sviluppatori dobbiamo essere "smart" ed essere capaci di gestire i certificati TLS per il nostro ambiente di sviluppo. Quarkus, in tal senso ha aggiunto dei tool Quarkus CLI commands and development CA (Certificate Authority) e Automatic certificate management with Let’s Encrypt per la gestione dei certificati TLS che però hanno qualche limite in termini di flessibilità, per questo motivo ho deciso di realizzare un tool ad hoc che vedremo poi nel corso di questo articolo.

Soddisfati i requisiti software, siamo nelle condizioni di poter iniziare a creare il nostro progetto software step by step e che rispetti i requisiti descritti al capitolo Requisiti dell'applicazione Quarkus.

Implementazione della soluzione

Adesso che abbiamo raccolto tutti i pezzi, possiamo finalmente mettere le mani al codice realizzando l'applicazione Quarkus e che soddisfi i requisiti descritti al capitolo Requisiti dell'applicazione Quarkus. Gli step da seguire per implemetare i requisiti dall'uno al cinque sono indicati a seguire. Per quanto riguarda il requisito bonus, lo affronteremo a parte.

  1. Creazione dell'applicazione Quarkus tramite CLI specificando le estensioni necessarie.
  2. Generazione del certificato di Certification Authority.
  3. Generazione del certificato Server rilasciato dalla CA (creata alla step precedente).
  4. Configurazione di Quarkus per l'attivazione di HTTPS.
  5. Test della configurazione HTTPS/TLS.
  6. Abilitazione del mTLS.
  7. Implementazione dei componenti SecurityIdentityAugmentor per il mapping dei ruoli e attributi.
  8. Implementazione dei servizi REST.
  9. Configurazione delle policy di accesso ai servizi REST.
  10. Generazione di un set di certificati client per eseguire dei test di accesso (positivi e negativi).
  11. Test della configurazione mTLS.

Durante l'esecuzione degli step faremo riferimento al repository GitHub quarkus-mtls-auth-tutorial attraverso l'uso di tag per identificare gli step, per cui basta effettuare il clone in questo modo: git clone -b <nome-tag> https://github.com/amusarra/quarkus-mtls-auth-tutorial.git.

Tra il repository dedicato al tutorial e quello contenente il progetto completo della soluzione (disponibile sul repository GitHub Quarkus mTLS Auth), potreste notare delle differenze come per esempio la presenza degli unit-test ma i livello di funzionalità sono gli stessi.

Step 1 - Creazione dell'applicazione Quarkus via CLI

Il tag di riferimento per questo step è tutorial-step-1-create-project.

Le estensioni Quarkus di cui abbiamo bisogno sono:

  1. io.quarkus:quarkus-vertx
  2. io.quarkus:quarkus-arc
  3. io.quarkus:quarkus-rest
  4. io.quarkus:quarkus-rest-jackson
  5. io.quarkus:quarkus-security
  6. io.quarkus:quarkus-elytron-security-common

Procediamo con la creazione del progetto Quarkus tramite la CLI e le estensioni indicate. Per fare ciò, eseguire il comando a seguire (non necessario nel caso in cui abbiate eseguito il clone del repository GitHub quarkus-mtls-auth-tutorial con il tag di riferimento per questo step).

# Create initial Quarkus project via Quarkus CLI
quarkus create app it.dontesta.quarkus.tls.auth:tls-mutual-auth \
    --extension='quarkus-vertx' \
    --extension='quarkus-arc' \
    --extension='quarkus-rest' \
    --extension='quarkus-rest-jackson' \
    --extension='quarkus-security' \
    --extension='quarkus-elytron-security-common' \
    --no-code

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Bash

Console 1 - Creazione del progetto Quarkus con le estensioni necessarie

Al termine dell'esecuzione del comando di creazione dell'applicazione Quarkus, dovremmo avere la directory tls-mutual-auth avente la struttura a mostrata a seguire.

tls-mutual-auth
├── README.md
├── mvnw
├── mvnw.cmd
├── pom.xml
└── src
    └── main
        ├── docker
        │   ├── Dockerfile.jvm
        │   ├── Dockerfile.legacy-jar
        │   ├── Dockerfile.native
        │   └── Dockerfile.native-micro
        ├── java
        └── resources
            └── application.properties

6 directories, 9 files

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Bash

Console 2 - Struttura del progetto Quarkus creato tramite la CLI

Step 2 - Generazione del certificato di Certification Authority

Il tag di riferimento per questo step è tutorial-step-2-generate-ca.

Per generare il certificato della Certification Authority secondo quanto indicato in tabella 2, procederemo utilizzando lo script certs_manager.sh. Questo script è stato creato appositamente per questo tutorial e si trova all'interno del progetto Quarkus.

Per eseguire lo script sulla propria macchina di sviluppo, è necessario che i requisiti software per Gestione certificati TLS (vedi capitolo Requisiti software) siano soddisfatti.

Per generare il certificato della CA dobbiamo eseguire il comando a seguire dalla home del progetto. L'esecuzione del comando indicato (che si trova in src/main/shell/certs-manager/certs_manager.sh), creerà all'interno della directory src/main/resources/certs i seguenti file:

  1. ca_private_key.pem: chiave privata del certificato in formato PEM (Privacy-Enhanced Mail);
  2. ca_private_key.pem.password: file contenente la password della chiave private;
  3. ca_cert.pem: chiave certificato in formato PEM;
  4. ca_cert.p12: formato PKCS#12 del certificato.
# Generate the CA
./src/main/shell/certs-manager/certs_manager.sh generate-ca --working-dir src/main/resources/certs \
    --private-key-file ca_private_key.pem \
    --ca-certificate-file ca_cert.pem \
    --validity-days 1825 \
    --country IT \
    --state Catania \
    --locality "Bronte" \
    --organization Dontesta \
    --organizational-unit "IT Labs" \
    --common-name "Dontesta CA" \
    --output-p12-file ca_cert.p12

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Bash

Console 3 - Generazione della CA

L'esecuzione del comando precedente, dovrebbe produrre un output simile a quello mostrato a seguire. Ricordate di prendere nota della password del file ca_cert.p12 che dovremo poi impostare sulla configurazione dell'applicazione Quarkus.

✅ OpenSSL version 3.3.2 is suitable.
🔑 Generating the private key...
..+.+...............+...........+...+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++*..+.....+....+.........+.....+......+...+.+..+.......+..+...+.+...............+..+.........+.+..+.............+........+.+...+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++*......+....+...+......+.+........................+...+...++++++
Private key password: 57t4Qb1IaGDSZSdv
📜 Generating the CA certificate...
✅ CA certificate generated successfully!
🔍 Verifying the Certificate Issuer...
✅ Certificate Issuer: issuer=C=IT, ST=Catania, L=Bronte, O=Dontesta, OU=IT Labs, CN=Dontesta CA
🔍 Verifying the Certificate Serial...
✅ Certificate Serial (hex): serial=79FE005459C8FD77ABD0038B1383431380D97BD3
🔍 Verifying the Certificate Subject...
✅ Certificate Subject: subject=C=IT, ST=Catania, L=Bronte, O=Dontesta, OU=IT Labs, CN=Dontesta CA
🔒 Generating the p12 file...
✅ p12 file generated successfully!
p12 file: src/main/resources/certs/ca_cert.p12
p12 password: bdo6zkObhUDsa3aL
All files generated in: src/main/resources/certs

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Bash

Console 4 - Output del comando che ha generato il certificato della CA.

Step 3 - Generazione del certificato Server rilasciato dalla CA

Per generare il certificato server firmato dalla CA appena creata, utilizzeremo sempre lo stesso script cert-manager.sh ma con parametri diversi. Il comando da eseguire è indicato a seguire. L'esecuzione del comando indicato, creerà all'interno della directory src/main/resources/certs i seguenti file:

  1. server_private_key.pem: chiave privata del certificato in formato PEM;
  2. server_csr.pem: Certificate Signing Request (CSR) del certificato in formato PEM;
  3. server_cert.pem: certificato del server in formato PEM;
  4. server_cert.p12: formato PKCS#12 del certificato.
# Generate the Server certificate
./src/main/shell/certs-manager/certs_manager.sh generate-server --working-dir src/main/resources/certs \
    --private-key-file server_private_key.pem \
    --csr-file server_csr.pem \
    --server-cert-file server_cert.pem \
    --ca-cert-file ca_cert.pem \
    --ca-key-file ca_private_key.pem \
    --ca-key-password "$(cat src/main/resources/certs/ca_private_key.pem.password)" \
    --validity-days 365 \
    --country IT \
    --state Italy \
    --locality "Bronte (CT)" \
    --organization Dontesta \
    --organizational-unit "IT Labs" \
    --common-name "rd.quarkus.dontesta.it" \
    --san-domains "DNS:admin.quarkus.dontesta.it,DNS:blog.quarkus.dontesta.it,DNS:localhost" \
    --output-p12-file server_cert.p12

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Bash

Console 5 - Generazione del certificato server firmato dalla CA

L'esecuzione del comando precedente, dovrebbe produrre un output simile a quello mostrato a seguire. Ricordate di prendere nota della password del file server_cert.p12 che dovremo poi impostare sulla configurazione dell'applicazione Quarkus.

✅ OpenSSL version 3.3.2 is suitable.
🔑 Generating the private key...
....+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++*.......+.....+.+.....+..........+..+.+..............+.......+........+..........+...+..+.+...........+...+.+......+...+............+...+........+..+..............++++++
Private key password: k/6lEQi/Abxm6lLu
📝 Creating OpenSSL config file for SAN...
✅ OpenSSL config file created for SAN.
📑 Generating the CSR...
🔏 Generating the server certificate...
Certificate request self-signature ok
subject=C=IT, ST=Italy, L=Bronte (CT), O=Dontesta, OU=IT Labs, CN=rd.quarkus.dontesta.it
🔍 Verifying the Certificate Issuer...
✅ Certificate Issuer: issuer=C=IT, ST=Catania, L=Bronte, O=Dontesta, OU=IT Labs, CN=Dontesta CA
🔍 Verifying the Certificate Serial...
✅ Certificate Serial (hex): serial=41FB7FC18FABB3A846893339E25D3CAD399A92BE
🔍 Verifying the Certificate Subject...
✅ Certificate Subject: subject=C=IT, ST=Italy, L=Bronte (CT), O=Dontesta, OU=IT Labs, CN=rd.quarkus.dontesta.it
🔒 Generating the p12 file...
✅ p12 file generated successfully!
p12 file: src/main/resources/certs/server_cert.p12
p12 password: NWiOJRmJ26D8RTYD
All files generated in: src/main/resources/certs

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Bash

Console 6 - Output del comando che ha generato il certificato del server firmato dalla CA.

Per maggiori informazioni sullo script certs_manager.sh, eseguire il comando ./src/main/shell/certs-manager/certs_manager.sh per ottenere la lista dei parametri che gestisce e la loro descrizione.

Step 4 - Configurazione di Quarkus per l'attivazione di HTTPS

Il tag di riferimento per questo step è tutorial-step-4-configure-https.

Adesso che abbiamo generato i certificati della CA e del server, possiamo procedere con la configurazione di Quarkus per l'attivazione di HTTPS. Per fare ciò, dobbiamo modificare il file src/main/resources/application.properties aggiungendo le proprietà necessarie affinché:

  1. l'applicazione Quarkus utilizzi il certificato PKCS#12 del server;
  2. l'applicazione Quarkus utilizzi il certificato PEM della CA per essere aggiunto al truststore;
  3. l'applicazione Quarkus accetti solo richieste HTTPS;
  4. l'applicazione Quarkus utilizzi solo il protocollo TLSv1.3;
  5. l'applicazione Quarkus utilizzi la configurazione TLS denominata https.
#
# Section to configure the server to use HTTPS using the TLS registry,
# which was introduced in Quarkus 3.14 (https://quarkus.io/blog/quarkus-3-14-1-released/)
# For more information on the TLS registry, see https://quarkus.io/guides/tls-registry-reference
#

# Setting the key-store path. The key-store file is located in the `certs` directory
# inside the resources directory.
quarkus.tls.https.key-store.p12.path=certs/server_cert.p12

# Setting the key-store password.
# The password is stored in the `application.properties` file.
# In a development environment, the password may be changed when regenerating the key-store (e.g., using the `mvn clean` command).
# In a production environment, it is recommended to use a secure password storage mechanism.
quarkus.tls.https.key-store.p12.password=NWiOJRmJ26D8RTYD

# Setting the trust-store path.
# The trust-store file is located in the `certs` directory
# inside the resources directory.
quarkus.tls.https.trust-store.pem.certs=certs/ca_cert.pem

# Disabling insecure requests, only HTTPS requests are allowed.
quarkus.http.insecure-requests=disabled

# Setting the only supported TLS protocol to TLSv1.3.
quarkus.tls.https.protocols=TLSv1.3

# Setting the TLS configuration name to `https`.
quarkus.http.tls-configuration-name=https

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Bash

Application Properties 1 - Configurazione di Quarkus per l'attivazione di HTTPS

In questa configurazione sono state utilizzate le proprietà che fanno parte del componente Quarkus TLS Registry e in particolare la caratteristica delle named configuration che nel nostro caso si chiama https , definita dalla proprietà quarkus.http.tls-configuration-name nel file application.properties. Questa possibilità è stata introdotta in Quarkus 3.14 e permette di configurare in modo centralizzato le configurazioni TLS per l'applicazione Quarkus. Per maggiori informazioni, vi rimando alla documentazione ufficiale.

Adesso che abbiamo configurato l'applicazione Quarkus per l'attivazione del protocollo HTTPS, potremo procedere con il test della configurazione HTTPS/TLS.

Step 5 - Test della configurazione HTTPS/TLS

Per testare la configurazione HTTPS/TLS, possiamo eseguire il comando quarkus:dev e verificare che l'applicazione Quarkus sia in esecuzione e che accetti solo richieste HTTPS.

Dall'output del comando quarkus:dev, dovremmo notare che l'applicazione Quarkus è in esecuzione e accetti solo richieste HTTPS sulla porta 8443. L'output del comando quarkus:dev dovrebbe essere simile a quello mostrato a seguire.

______  _______  _____  __________
 --/ __\/ / / / _ | / _ \/ //_/ / / /__ /
 -/ /_/ / /_/ / __ |/ , _/ ,< / /_/ /\ \
--\ ___\_\____ /_/ |_/_/|_/_/|_|\ ____/___ /
2024-09-12 18:32:13,818 INFO [io.quarkus] (Quarkus Main Thread) tls-mutual-auth 1.0.0-SNAPSHOT on JVM (powered by Quarkus 3.14.3) started in 1.390s. Listening on: https://localhost:8443

2024-09-12 18:32:13,821 INFO [io.quarkus] (Quarkus Main Thread) Profile dev activated. Live Coding activated.
2024-09-12 18:32:13,823 INFO [io.quarkus] (Quarkus Main Thread) Installed features: [cdi, rest, rest-jackson, security, smallrye-context-propagation, vertx]

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Bash

Console 7 - Output del comando quarkus:dev che mostra l'applicazione Quarkus in esecuzione

Se l’applicazione Quarkus è in esecuzione e accetta solo richieste HTTPS, il comando curl dovrebbe restituire un messaggio di errore che indica il rifiuto della connessione. Questo comportamento è quello atteso, poiché l’applicazione è configurata per accettare esclusivamente richieste HTTPS.

# Verify that the application is running and only accepts HTTPS requests.
# The command should return an error message indicating that the connection was refused.
curl -k http://localhost:8080

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Bash

Console 8 - Test della configurazione HTTPS/TLS

Verifichiamo ora che l’applicazione Quarkus accetti richieste HTTPS. A tal fine, possiamo utilizzare il comando curl per inviare una richiesta HTTPS. Il comando dovrebbe restituire una risposta dall’applicazione.

# Verify that the application is running and accepts HTTPS requests.
# The command should return a response from the application.
curl -k -v https://localhost:8443

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Bash

Console 9 - Test della configurazione HTTPS/TLS

L'output del comando curl dovrebbe essere simile a quello mostrato a seguire.

* Host localhost:8443 was resolved.
* IPv6: ::1
* IPv4: 127.0.0.1
* Trying [::1]:8443...
* connect to ::1 port 8443 from ::1 port 56576 failed: Connection refused
* Trying 127.0.0.1:8443...
* Connected to localhost (127.0.0.1) port 8443
* ALPN: curl offers h2,http/1.1
* (304) (OUT), TLS handshake, Client hello (1):
* (304) (IN), TLS handshake, Server hello (2):
* (304) (IN), TLS handshake, Unknown (8):
* (304) (IN), TLS handshake, Certificate (11):
* (304) (IN), TLS handshake, CERT verify (15):
* (304) (IN), TLS handshake, Finished (20):
* (304) (OUT), TLS handshake, Finished (20):
* SSL connection using TLSv1.3 / AEAD-AES256-GCM-SHA384 / [blank] / UNDEF
* ALPN: server accepted h2
* Server certificate:
* subject: C=IT; ST=Italy; L=Bronte (CT); O=Dontesta; OU=IT Labs; CN=rd.quarkus.dontesta.it
* start date: Sep 12 16:13:44 2024 GMT
* expire date: Sep 12 16:13:44 2025 GMT
* issuer: C=IT; ST=Catania; L=Bronte; O=Dontesta; OU=IT Labs; CN=Dontesta CA
* SSL certificate verify result: unable to get local issuer certificate (20), continuing anyway.
* using HTTP/2
* [HTTP/2] [1] OPENED stream for https://localhost:8443/
* [HTTP/2] [1] [:method: GET]
* [HTTP/2] [1] [:scheme: https]
* [HTTP/2] [1] [:authority: localhost:8443]
* [HTTP/2] [1] [:path: /]
* [HTTP/2] [1] [user-agent: curl/8.7.1]
* [HTTP/2] [1] [accept: */*]
> GET / HTTP/2
> Host: localhost:8443
> User-Agent: curl/8.7.1
> Accept: */*
>
* Request completely sent off
< HTTP/2 302
< location: /q/dev-ui/welcome
< content-length: 0
<
* Connection #0 to host localhost left intact

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Plaintext

Console 10 - Output del comando curl che ha testato la configurazione HTTPS/TLS

I più attenti avranno notato dall'output del comando precedente le seguenti informazioni:

  1. la connessione TLS è stata stabilita con successo utilizzando il protocollo TLSv1.3;
  2. grazie a ALPN, il server ha accettato il protocollo HTTP/2. Su Quarkus il protocollo HTTP/2 è abilitato di default;
  3. il server ha risposto con il certificato del server creato in precedenza e firmato dalla CA sempre creata in precedenza.

Dobbiamo eseguire l’ultimo test, ovvero, verificare che l’applicazione Quarkus accetti solo connessioni HTTPS con protocollo TLSv1.3. Questa volta utilizzeremo il comando OpenSSL, come indicato di seguito.

# Verify that the application only accepts HTTPS requests with the TLSv1.3 protocol.
# The command should return an error message indicating that the connection was refused.
openssl s_client -connect localhost:8443 -servername rd.quarkus.dontesta.it -showcerts -tls1_2
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Bash

Console 11 - Test della configurazione HTTPS/TLS

In questo caso il comando openssl dovrebbe restituire un messaggio di errore che indica che la connessione è stata rifiutata e in particolare tlsv1 alert protocol version:ssl/record/rec_layer_s3.c:907:SSL alert number 70. Questo è il comportamento atteso poiché l'applicazione Quarkus accetta solo richieste HTTPS con il protocollo TLSv1.3.

Step 6 - Abilitazione del mTLS

Il tag di riferimento per questo step è tutorial-step-6-enable-mtls.

Abbiamo configurato l'applicazione Quarkus per l'attivazione di HTTPS e verificato che l'applicazione accetti solo richieste HTTPS. Ora, potremo procedere con l'abilitazione del mTLS. Per fare ciò, occorre modificare il file src/main/resources/application.properties aggiungendo le proprietà necessarie affinché l'applicazione Quarkus sia configurata per il supporto di mTLS.

#
# Section to configure the server for mTLS authentication mechanism.
# For more information see Authentication mechanisms in Quarkus https://quarkus.io/guides/tls-registry-reference#mtls
# and configuring mTLS in Quarkus https://quarkus.io/guides/tls-registry-reference#configuring-mtls
#

# Enabling the mTLS authentication mechanism.
# The server requires clients to authenticate themselves using a client certificate.
# The value can be one of the following:
#- `NONE`: no client authentication is required.
#- `REQUEST`: authentication is requested but not required.
#- `REQUIRED`: authentication is required.
quarkus.http.ssl.client-auth=REQUIRED
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Bash

Application Properties 2 - Abilitazione del mTLS

Per impostazione predefinita l'applicazione Quarkus è configurata per non richiedere l'autenticazione del client. Per abilitare l'autenticazione del client, dobbiamo impostare la proprietà quarkus.http.ssl.client-auth su REQUEST o REQUIRED. In questo caso, impostiamo la proprietà su REQUIRED alfine di richiedere l'autenticazione del client.

Una volta applicata la nuova configurazione, il primo risultato atteso è che l'applicazione Quarkus accetti solo richieste HTTPS con protocollo TLSv1.3 e richieda l'autenticazione del client. Per fare una verifica, è sufficiente eseguire il comando curl come indicato a seguire.

# Verify that the application only accepts HTTPS requests with the TLSv1.3 protocol and requires client authentication.
curl -k -v https://localhost:8443
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Bash

Console 12 - Test della configurazione mTLS

L'output del comando curl dovrebbe essere simile a quello mostrato a seguire che indica che la connessione è stata rifiutata.

* Host localhost:8443 was resolved.
* IPv6: ::1
* IPv4: 127.0.0.1
* Trying [::1]:8443...
* connect to ::1 port 8443 from ::1 port 62500 failed: Connection refused
* Trying 127.0.0.1:8443...
* Connected to localhost (127.0.0.1) port 8443
* ALPN: curl offers h2,http/1.1
* (304) (OUT), TLS handshake, Client hello (1):
* (304) (IN), TLS handshake, Server hello (2):
* (304) (IN), TLS handshake, Unknown (8):
* (304) (IN), TLS handshake, Request CERT (13):
* (304) (IN), TLS handshake, Certificate (11):
* (304) (IN), TLS handshake, CERT verify (15):
* (304) (IN), TLS handshake, Finished (20):
* (304) (OUT), TLS handshake, Certificate (11):
* (304) (OUT), TLS handshake, Finished (20):
* SSL connection using TLSv1.3 / AEAD-AES256-GCM-SHA384 / [blank] / UNDEF
* ALPN: server accepted h2
* Server certificate:
* subject: C=IT; ST=Italy; L=Bronte (CT); O=Dontesta; OU=IT Labs; CN=rd.quarkus.dontesta.it
* start date: Sep 12 16:13:44 2024 GMT
* expire date: Sep 12 16:13:44 2025 GMT
* issuer: C=IT; ST=Catania; L=Bronte; O=Dontesta; OU=IT Labs; CN=Dontesta CA
* SSL certificate verify result: unable to get local issuer certificate (20), continuing anyway.
* using HTTP/2
* [HTTP/2] [1] OPENED stream for https://localhost:8443/
* [HTTP/2] [1] [:method: GET]
* [HTTP/2] [1] [:scheme: https]
* [HTTP/2] [1] [:authority: localhost:8443]
* [HTTP/2] [1] [:path: /]
* [HTTP/2] [1] [user-agent: curl/8.7.1]
* [HTTP/2] [1] [accept: */*]
> GET / HTTP/2
> Host: localhost:8443
> User-Agent: curl/8.7.1
> Accept: */*
>
* Request completely sent off
* LibreSSL SSL_read: LibreSSL/3.3.6: error:1404C412:SSL routines:ST_OK:sslv3 alert bad certificate, errno 0
* Failed receiving HTTP2 data: 56(Failure when receiving data from the peer)
* Connection #0 to host localhost left intact
curl: (56) LibreSSL SSL_read: LibreSSL/3.3.6: error:1404C412:SSL routines:ST_OK:sslv3 alert bad certificate, errno 0
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Plaintext

Console 13 - Output del comando curl che ha testato la configurazione mTLS

Dall'output del comando è possibile notare la richiesta del certificato client da parte del server ((304) (IN), TLS handshake, Request CERT (13)). Il server ha rifiutato la connessione poiché non è stato fornito un certificato client valido (in questo caso nessun certificato è stato inviato). Questo è il comportamento atteso poiché l'applicazione Quarkus richiede obbligatoriamente l'autenticazione del client.

A questo punto, abbiamo configurato l’applicazione Quarkus per l’attivazione di mTLS e verificato che accetti solo richieste HTTPS con protocollo TLSv1.3, richiedendo l’autenticazione del client. Adesso possiamo procedere con l'implementazione dei componenti SecurityIdentityAugmentor per il mapping dei ruoli e attributi.

Step 7 - Implementazione dei componenti SecurityIdentityAugmentor

Il tag di riferimento per questo step è tutorial-step-7-impl-security-identity-augmentor.

Al momento, l’applicazione Quarkus è configurata per supportare l’autenticazione via mTLS. Tuttavia, dobbiamo ancora soddisfare il resto dei requisiti, quindi procederemo con l’implementazione dei componenti SecurityIdentityAugmentor per il mapping di ruoli e attributi.

Ricordiamo che ruoli e attributi sono informazioni che dobbiamo estrarre dal certificato client per poterli utilizzare all'interno dell'applicazione Quarkus. L'OID che identifica i ruoli è 1.3.6.1.4.1.99999.1, mentre 1.3.6.1.4.1.99999.2 identifica l'attributo DeviceId.

I componenti SecurityIdentityAugmentor che implementeremo dovranno verificare che i valori degli OID siano presenti nel certificato del client e, in caso affermativo, estrarli e aggiungerli all’oggetto SecurityIdentity di Quarkus. Qualora i valori degli OID non rispettino le regole di validazione (vedi pattern per l’OID dei ruoli, capitolo Generazione dei certificati e capitolo Algoritmo per la generazione del DeviceId), il componente SecurityIdentityAugmentor dovrà rifiutare la richiesta di autenticazione.

Per raggiungere l'obiettivo andremo a implementare tre classi.

  1. AttributesAugmentor : classe che implementa l'interfaccia io.quarkus.security.identity.SecurityIdentityAugmentor e sovrascrive il metodo augment per estrarre il valore dell'OID 1.3.6.1.4.1.99999.2 (DeviceId) e renderlo disponibile sull'oggetto io.quarkus.security.identity.SecurityIdentity.
  2. RolesAugmentor : classe che implementa l'interfaccia io.quarkus.security.identity.SecurityIdentityAugmentor e sovrascrive il metodo augment per estrarre il valore dell'OID 1.3.6.1.4.1.99999.1 (ruoli) e renderlo disponibile sull'oggetto io.quarkus.security.identity.SecurityIdentity.
  3. OidSecurityIdentityAugmentor : classe che implementa l'interfaccia io.quarkus.security.identity.SecurityIdentityAugmentor e sovrascrive il metodo augment per verificare che il valore dell'OID che identifica il DeviceId sia presente e valido secondo l'algoritmo descritto nel capitolo Algoritmo per la generazione del DeviceId.

Le classi AttributesAugmentor, RolesAugmentor e OidSecurityIdentityAugmentor fanno parte del package it.dontesta.quarkus.tls.auth.ws.security.identity. A seguire i sequence diagram che illustrano il flusso di esecuzione delle classi implementate.

Il primo sequence diagram per AttributesAugmentor.augment() prevede i seguenti attori.

  1. Client : il sistema o servizio che invoca la classe per l’operazione di autenticazione.
  2. AttributesAugmentor : la classe principale che manipola il SecurityIdentity e ne arricchisce gli attributi con informazioni dal certificato.
  3. CertificateCredential : un oggetto che contiene il certificato X.509 dal quale vengono estratti gli attributi.
  4. SecurityIdentity : l’identità di sicurezza che viene aumentata con nuovi attributi.
  5. QuarkusSecurityIdentity.Builder : il costruttore utilizzato per modificare e creare una nuova istanza di SecurityIdentity arricchita.
  6. CertificateUtil : utility che decodifica il valore del certificato.
  7. X509Certificate : il certificato dal quale viene estratto l’ID del dispositivo.

sequenceDiagram participant Client participant AttributesAugmentor participant SecurityIdentity participant CertificateCredential participant X509Certificate participant CertificateUtil participant QuarkusSecurityIdentityBuilder as QuarkusSecurityIdentity.Builder Client->>AttributesAugmentor: augment(identity, context) AttributesAugmentor->>SecurityIdentity: getCredential(CertificateCredential) SecurityIdentity-->>AttributesAugmentor: CertificateCredential AttributesAugmentor->>CertificateCredential: getCertificate() CertificateCredential-->>AttributesAugmentor: X509Certificate alt Certificate is null AttributesAugmentor-->>Client: SecurityIdentity (no augmentation) else Certificate is present AttributesAugmentor->>AttributesAugmentor: extractAttributesFromCertificate(X509Certificate) AttributesAugmentor->>X509Certificate: getExtensionValue(OID_DEVICE_ID) alt OID not found AttributesAugmentor-->>Client: SecurityIdentity (no augmentation) else OID found X509Certificate-->>AttributesAugmentor: byte[] AttributesAugmentor->>CertificateUtil: decodeExtensionValue(byte[]) CertificateUtil-->>AttributesAugmentor: deviceId alt deviceId is null AttributesAugmentor-->>Client: SecurityIdentity (no augmentation) else deviceId is valid AttributesAugmentor->>QuarkusSecurityIdentityBuilder: addAttribute("deviceId", deviceId) end end AttributesAugmentor->>QuarkusSecurityIdentityBuilder: build() QuarkusSecurityIdentityBuilder-->>AttributesAugmentor: SecurityIdentity AttributesAugmentor-->>Client: SecurityIdentity end opt Error during extraction AttributesAugmentor->>AttributesAugmentor: throw SecurityException AttributesAugmentor-->>Client: SecurityException end

Figura 6 - Sequence Diagram del flusso di esecuzione di AttributesAugmentor.augment().

Il secondo sequence diagram per RolesAugmentor.augment() prevede gli stessi attori del diagramma precedente con RolesAugmentor al posto di AttributesAugmentor che manipola il SecurityIdentity e ne arricchisce i ruoli con informazioni dal certificato.

sequenceDiagram participant Client participant RolesAugmentor participant SecurityIdentity participant CertificateCredential participant X509Certificate participant CertificateUtil participant QuarkusSecurityIdentityBuilder as QuarkusSecurityIdentity.Builder Client->>RolesAugmentor: augment(identity, context) RolesAugmentor->>SecurityIdentity: getCredential(CertificateCredential) SecurityIdentity-->>RolesAugmentor: CertificateCredential RolesAugmentor->>CertificateCredential: getCertificate() CertificateCredential-->>RolesAugmentor: X509Certificate alt Certificate is null RolesAugmentor-->>Client: SecurityIdentity (no augmentation) else Certificate is present RolesAugmentor->>RolesAugmentor: extractRolesFromCertificate(X509Certificate) RolesAugmentor->>X509Certificate: getExtensionValue(OID_ROLES) alt OID not found RolesAugmentor-->>Client: SecurityIdentity (no augmentation) else OID found X509Certificate-->>RolesAugmentor: byte[] RolesAugmentor->>CertificateUtil: decodeExtensionValue(byte[]) CertificateUtil-->>RolesAugmentor: decodedRoles alt decodedRoles is null RolesAugmentor-->>Client: SecurityIdentity (no augmentation) else decodedRoles matches pattern RolesAugmentor->>RolesAugmentor: Add roles to set RolesAugmentor->>QuarkusSecurityIdentityBuilder: addRoles(extracted roles) else decodedRoles does not match pattern RolesAugmentor->>RolesAugmentor: throw SecurityException RolesAugmentor-->>Client: SecurityException end end RolesAugmentor->>QuarkusSecurityIdentityBuilder: build() QuarkusSecurityIdentityBuilder-->>RolesAugmentor: SecurityIdentity RolesAugmentor-->>Client: SecurityIdentity end opt Error during extraction RolesAugmentor->>RolesAugmentor: throw SecurityException RolesAugmentor-->>Client: SecurityException end

Figura 7 - Sequence Diagrama del flusso di esecuzione di RolesAugmentor.augment().

Il terzo diagramma di sequenza relativo a OidSecurityIdentityAugmentor.augment() evidenzia che, in questo caso, il componente non agisce direttamente su SecurityIdentity, ma si limita a verificare che il valore dell’OID che identifica il DeviceId sia presente e valido secondo l’algoritmo descritto nel capitolo Algoritmo per la generazione del DeviceId.

sequenceDiagram participant Client participant OidSecurityIdentityAugmentor participant SecurityIdentity participant CertificateCredential participant X509Certificate participant CertificateUtil participant DeviceIdUtil Client->>OidSecurityIdentityAugmentor: augment(identity, context) OidSecurityIdentityAugmentor->>SecurityIdentity: getCredential(CertificateCredential) SecurityIdentity-->>OidSecurityIdentityAugmentor: CertificateCredential alt CertificateCredential is null OidSecurityIdentityAugmentor-->>Client: throw SecurityException("Client certificate not found") else CertificateCredential is present OidSecurityIdentityAugmentor->>CertificateCredential: getCertificate() CertificateCredential-->>OidSecurityIdentityAugmentor: X509Certificate OidSecurityIdentityAugmentor->>X509Certificate: getExtensionValue(AttributesAugmentor.OID_DEVICE_ID) alt OID is null OidSecurityIdentityAugmentor-->>Client: throw SecurityException("Invalid certificate OID missing for DeviceId") else OID is present X509Certificate-->>OidSecurityIdentityAugmentor: oidValueFromCert OidSecurityIdentityAugmentor->>CertificateUtil: decodeExtensionValue(oidValueFromCert) CertificateUtil-->>OidSecurityIdentityAugmentor: decoded OID value OidSecurityIdentityAugmentor->>OidSecurityIdentityAugmentor: remove OID prefix and trim value OidSecurityIdentityAugmentor->>DeviceIdUtil: verifyDeviceId(oidValue) alt DeviceId is not valid DeviceIdUtil-->>OidSecurityIdentityAugmentor: false OidSecurityIdentityAugmentor-->>Client: throw SecurityException("Invalid certificate OID value") else DeviceId is valid DeviceIdUtil-->>OidSecurityIdentityAugmentor: true OidSecurityIdentityAugmentor-->>Client: return identity end end end

Figura 8 - Sequence Diagram del flusso di esecuzione di OidSecurityIdentityAugmentor.augment().

Nel nostro caso, abbiamo registrato più di una SecurityIdentityAugmentor personalizzata nell’applicazione Quarkus. Queste saranno considerate paritetiche e invocate in ordine casuale. Tuttavia, è possibile imporre un ordine implementando il metodo SecurityIdentityAugmentor#priority. Gli Augmentor con priorità più alta saranno invocati per primi.

Nella classe OidSecurityIdentityAugmentor abbiamo implementato il metodo di priorità impostando un valore intero pari a dieci, per garantire che il controllo sull’OID del DeviceId sia eseguito prima degli altri. In caso di errore, sarà lanciata un’eccezione SecurityException e l’autenticazione fallirà (vedi sequence diagram di figura 8).

Nota : i SecurityIdentityAugmentor in Quarkus sono a livello globale, ma è possibile configurarli in modo condizionale o personalizzato in base a specifiche esigenze, anche se non esiste una configurazione diretta per attivarli basandosi esclusivamente sul nome di una configurazione TLS.

Step 8 - Implementazione dei servizi REST

Il tag di riferimento per questo step è tutorial-step-8-impl-rest-services.

L’impostazione dell’autenticazione mTLS è stata completata con successo. Ora possiamo procedere con la realizzazione dei servizi REST che utilizzeranno tale autenticazione. A tal fine, creeremo i servizi REST definiti nel secondo requisito, descritto nella tabella 1 del capitolo Requisiti dell’applicazione Quarkus.

I servizi REST che andremo a realizzare troveranno spazio all'interno del package it.dontesta.quarkus.tls.auth.ws.resources.endpoint.v1 e saranno implementati dalla classe ConnectionInfoResourceEndPoint.

La classe ConnectionInfoResourceEndPoint implementerà i seguenti metodi:

  1. @GET /v1/connection-info/info: metodo che restituirà le informazioni di connessione del client;
  2. @GET /v1/connection-info/user-identity: metodo che restituirà le informazioni circa l'identità del client che ha effettuato la richiesta.

Le risposte dei metodi saranno in formato JSON e conterranno le informazioni richieste e conformi agli schemi JSON definiti nel capitolo Struttura JSON di risposta dei servizi Rest.

Il sequence diagram mostra il flusso di esecuzione del metodo ConnectionInfoResourceEndPoint.getConnectionInfo(). Gli attori coinvolti nel diagramma sono:

  1. Client : il sistema o servizio che invoca il metodo getConnectionInfo() sull'endpoint ConnectionInfoResourceEndPoint.
  2. ConnectionInfoResourceEndPoint : la classe che gestisce la richiesta del client e costruisce l'oggetto connectionInfo.
  3. RoutingContext : contesto di routing che fornisce informazioni sulla richiesta HTTP.
  4. HttpServerRequest : rappresenta la richiesta HTTP ricevuta dal server.
  5. SSLSession : rappresenta la sessione TLS/SSL, utilizzata per ottenere informazioni di sicurezza aggiuntive se la connessione è sicura.

Questi attori collaborano per ottenere e restituire le informazioni di connessione in risposta alla richiesta del client.

sequenceDiagram participant Client participant ConnectionInfoResourceEndPoint participant RoutingContext participant HttpServerRequest participant SSLSession Client->>ConnectionInfoResourceEndPoint: GET /v1/connection-info/info ConnectionInfoResourceEndPoint->>RoutingContext: @context RoutingContext RoutingContext-->>ConnectionInfoResourceEndPoint: routingContext ConnectionInfoResourceEndPoint->>HttpServerRequest: request() HttpServerRequest-->>ConnectionInfoResourceEndPoint: HttpServerRequest ConnectionInfoResourceEndPoint->>ConnectionInfoResourceEndPoint: Create connectionInfo map ConnectionInfoResourceEndPoint->>ConnectionInfoResourceEndPoint: Add basic connection details ConnectionInfoResourceEndPoint->>ConnectionInfoResourceEndPoint: Add client address and port information alt request.isSSL() is true ConnectionInfoResourceEndPoint->>HttpServerRequest: sslSession() HttpServerRequest-->>ConnectionInfoResourceEndPoint: SSLSession alt sslSession is not null ConnectionInfoResourceEndPoint->>ConnectionInfoResourceEndPoint: Add SSL-specific details ConnectionInfoResourceEndPoint->>SSLSession: getProtocol() SSLSession-->>ConnectionInfoResourceEndPoint: protocol ConnectionInfoResourceEndPoint->>SSLSession: getCipherSuite() SSLSession-->>ConnectionInfoResourceEndPoint: cipherSuite ConnectionInfoResourceEndPoint->>SSLSession: getLocalCertificates() SSLSession-->>ConnectionInfoResourceEndPoint: serverCerts ConnectionInfoResourceEndPoint->>SSLSession: getPeerCertificates() SSLSession-->>ConnectionInfoResourceEndPoint: clientCerts end end ConnectionInfoResourceEndPoint-->>Client: Response.ok(connectionInfo).build()

Figura 9 - Sequence Diagram del flusso di esecuzione di ConnectionInfoResourceEndPoint.info().

Il sequence diagram mostra il flusso di esecuzione del metodo ConnectionInfoResourceEndPoint.getUserIdentity(). Gli attori coinvolti nel diagramma sono:

  1. Client : il sistema o servizio che invoca il metodo getUserIdentity() sull'endpoint ConnectionInfoResourceEndPoint.
  2. ConnectionInfoResourceEndPoint : la classe che gestisce la richiesta del client e costruisce l'oggetto securityIdentityInfo.
  3. SecurityIdentity : l'identità di sicurezza che contiene le informazioni dell'utente autenticato.
  4. CertificateCredential : un oggetto che contiene il certificato X.509 dal quale vengono estratti gli attributi.
  5. X509Certificate : il certificato dal quale vengono estratti gli attributi.

Questi attori collaborano per ottenere e restituire le informazioni di identità dell'utente in risposta alla richiesta del client.

sequenceDiagram participant Client participant ConnectionInfoResourceEndPoint participant SecurityIdentity participant CertificateCredential participant X509Certificate Client->>ConnectionInfoResourceEndPoint: GET /v1/connection-info/user-identity ConnectionInfoResourceEndPoint->>SecurityIdentity: @context SecurityIdentity SecurityIdentity-->>ConnectionInfoResourceEndPoint: securityIdentity ConnectionInfoResourceEndPoint->>ConnectionInfoResourceEndPoint: Create securityIdentityInfo map ConnectionInfoResourceEndPoint->>ConnectionInfoResourceEndPoint: Add principal, roles, and attributes ConnectionInfoResourceEndPoint->>SecurityIdentity: getCredential(CertificateCredential.class) SecurityIdentity-->>ConnectionInfoResourceEndPoint: CertificateCredential ConnectionInfoResourceEndPoint->>CertificateCredential: getCertificate() CertificateCredential-->>ConnectionInfoResourceEndPoint: X509Certificate ConnectionInfoResourceEndPoint->>X509Certificate: getCommonName() X509Certificate-->>ConnectionInfoResourceEndPoint: userCN ConnectionInfoResourceEndPoint->>ConnectionInfoResourceEndPoint: Add userCN to securityIdentityInfo ConnectionInfoResourceEndPoint-->>Client: Response.ok(securityIdentityInfo).build()

Figura 10 - Sequence Diagram del flusso di esecuzione di ConnectionInfoResourceEndPoint.getUserIdentity().

Step 9 - Configurazione delle policy di accesso ai servizi REST

Il tag di riferimento per questo step è tutorial-step-9-config-rest-services.

Ora che abbiamo implementato i servizi REST, possiamo procedere con la configurazione delle policy di accesso. A tal fine, creeremo le policy di accesso ai servizi REST definite nel terzo requisito e descritto nella tabella 1 del capitolo Requisiti dell’applicazione Quarkus.

Configurare le policy di accesso significa definire quali ruoli possono accedere ai servizi REST. Nel nostro caso, i ruoli sono due: Administartor e User. Questa configurazione può essere effettuata modificando il file application.properties aggiungendo le proprietà indicate di seguito.

Tramite la configurazione abbiamo definito:

  1. un set di permessi certauthenticated che
    1. si applicano alle risorse REST di tipo JAX-RS;
    2. si applicano ai metodi GET e POST;
    3. si applicano ai servizi REST /api/v1/connection-info/*;
    4. utilizzano la policy role-policy-cert per il controllo degli accessi;
  2. la policy role-policy-cert che
    1. definisce i ruoli User e Administrator che possono accedere ai servizi REST.
#
# Section to configure the server for the role-based access control mechanism.
# For more information see Mapping certificate attributes to roles in Quarkus
# https://quarkus.io/guides/security-authentication-mechanisms#map-certificate-attributes-to-roles
# In this case using the `RolesAugmentor` class to map the certificate attributes to roles.
# The custom role as an extension in the client certificate is identified by the custom OID 1.3.6.1.4.1.99999.1
#

# Whether permission check should be applied on all matching paths, or paths specific for the Jakarta REST resources.
quarkus.http.auth.permission.certauthenticated.applies-to=jaxrs

# The methods that this permission set applies to.
quarkus.http.auth.permission.certauthenticated.methods=GET,POST

# The paths that this permission set applies to.
quarkus.http.auth.permission.certauthenticated.paths=/api/v1/connection-info/*

# The policy to use for the permission check.
quarkus.http.auth.permission.certauthenticated.policy=role-policy-cert

# The roles allowed to access the resource.
quarkus.http.auth.policy.role-policy-cert.roles-allowed=User,Administrator
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Bash

Application Properties 3 - Configurazione delle policy di accesso ai servizi REST

Adesso che abbiamo configurato le policy di accesso ai servizi REST, potremo procedere con il test dell’applicazione Quarkus con lo scopo di verificare che l’autenticazione mTLS funzioni correttamente e che le policy di accesso siano rispettate.

Step 10 - Generazione di un set di certificati client per eseguire dei test di accesso

Il tag di riferimento per questo step è tutorial-step-10-generate-client-certificates.

Prima di procedere con i test dei servizi REST, dobbiamo generare un set di certificati client. Questi certificati saranno utilizzati per testare l’autenticazione mTLS e le policy di accesso ai servizi REST.

Per generare i certificati client, possiamo utilizzare lo script certs-manager.sh, già impiegato per generare il certificato della CA e quello del server. Ricordiamo che lo script si trova nel percorso src/main/shell/certs-manager, mentre i certificati generati finora sono conservati nella directory src/main/resources/certs.

Andremo a generare un set di certificati client con le seguenti caratteristiche:

  1. un certificato client senza estensioni personalizzate;
  2. un certificato client con l'estensione personalizzata DeviceId e il valore 1234567890;
  3. un certificato client con l'estensione personalizzata DeviceId con il corretto valore generato dall'algoritmo descritto nel capitolo Algoritmo per la generazione del DeviceId e l'estensione personalizzata Roles e il valore 123User;
  4. un certificato client con l'estensione personalizzata DeviceId con il corretto valore generato dall'algoritmo descritto nel capitolo Algoritmo per la generazione del DeviceId e l'estensione personalizzata Roles e il valore ProjectManager;
  5. un certificato client con l'estensione personalizzata DeviceId con il corretto valore generato dall'algoritmo descritto nel capitolo Algoritmo per la generazione del DeviceId e l'estensione personalizzata Roles e il valore User,Administrator.

Ricordiamo che i certificati client generati saranno firmati dalla Certificate Authority (CA) che abbiamo creato in precedenza. Il certificato di CA è stato inoltre importato nel truststore dell'applicazione Quarkus per poter verificare la validità dei certificati client attraverso la proprietà quarkus.tls.https.trust-store.pem.certs valorizzata con il valore certs/ca_cert.pem.

Procediamo quindi con la generazione dei certificati client eseguendo lo script certs-manager.sh come indicato a seguire.

# Generate a client certificate without custom extensions
./src/main/shell/certs-manager/certs_manager.sh generate-client --working-dir src/main/resources/certs \
    --private-key-file client_without_custom_ext_key.pem \
    --csr-file client_without_custom_ext_csr.pem \
    --client-cert-file client_without_custom_ext_cert.pem \
    --validity-days 365 \
    --ca-cert-file ca_cert.pem \
    --ca-key-file ca_private_key.pem \
    --ca-key-password "$(cat src/main/resources/certs/ca_private_key.pem.password)" \
    --country IT \
    --state Italy \
    --locality Rome \
    --organization "Mario Rossi Corporation" \
    --organizational-unit "Community & News" \
    --common-name "D54FF113-A0C4-4A67-A6DE-B8DEE24A5095" \
    --extensions-file src/main/shell/certs-manager/ssl_extensions_without_custom.cnf \
    --output-p12-file client_without_custom_ext_cert.p12
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Bash

Console 13 - Generazione di un certificato client senza estensioni personalizzate

# Generate a client certificate with custom extension DeviceId and value 1234567890
./src/main/shell/certs-manager/certs_manager.sh generate-client --working-dir src/main/resources/certs \
    --private-key-file client_with_bad_device_id_key.pem \
    --csr-file client_with_bad_device_id_csr.pem \
    --client-cert-file client_with_bad_device_id_cert.pem \
    --validity-days 365 \
    --ca-cert-file ca_cert.pem \
    --ca-key-file ca_private_key.pem \
    --ca-key-password "$(cat src/main/resources/certs/ca_private_key.pem.password)" \
    --country IT \
    --state Italy \
    --locality Rome \
    --organization "Antonella Bianchi Corporation" \
    --organizational-unit "Community & News" \
    --common-name "438D4FFD-0082-4189-8659-012692868913" \
    --extensions-file src/main/shell/certs-manager/ssl_extensions.cnf \
    --ext-cert-device-id 1234567890 \
    --output-p12-file client_with_bad_device_id_cert.p12
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Bash

Console 14 - Generazione di un certificato client con estensione personalizzata DeviceId e valore 1234567890

# Generate a client certificate with custom extension DeviceId with the correct value generated by the algorithm described in the chapter "Algorithm for generating the DeviceId" and the custom extension Roles and the value 123User
./src/main/shell/certs-manager/certs_manager.sh generate-client --working-dir src/main/resources/certs \
    --private-key-file client_with_device_id_and_bad_roles_key.pem \
    --csr-file client_with_device_id_and_bad_roles_csr.pem \
    --client-cert-file client_with_device_id_and_bad_roles_cert.pem \
    --validity-days 365 \
    --ca-cert-file ca_cert.pem \
    --ca-key-file ca_private_key.pem \
    --ca-key-password "$(cat src/main/resources/certs/ca_private_key.pem.password)" \
    --country IT \
    --state Italy \
    --locality Rome \
    --organization "Andrea Valdasso Corporation" \
    --organizational-unit "Community & News" \
    --common-name "B7422CD0-DDCC-435F-843C-11649C987256" \
    --extensions-file src/main/shell/certs-manager/ssl_extensions.cnf \
    --ext-cert-role 123User \
    --ext-cert-device-id "$(./src/main/shell/certs-manager/generate_device_id.sh generate true)" \
    --output-p12-file client_with_bad_device_id_and_bad_roles_cert.p12
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Bash

Console 15 - Generazione di un certificato client con estensione personalizzata DeviceId con il corretto valore ed estensione personalizzata Roles e valore 123User

# Generate a client certificate with custom extension DeviceId with the correct value generated by the algorithm described in the chapter "Algorithm for generating the DeviceId" and the custom extension Roles and the value ProjectManager
./src/main/shell/certs-manager/certs_manager.sh generate-client --working-dir src/main/resources/certs \
    --private-key-file client_with_device_id_and_roles_key.pem \
    --csr-file client_with_device_id_and_roles_csr.pem \
    --client-cert-file client_with_device_id_and_roles_cert.pem \
    --validity-days 365 \
    --ca-cert-file ca_cert.pem \
    --ca-key-file ca_private_key.pem \
    --ca-key-password "$(cat src/main/resources/certs/ca_private_key.pem.password)" \
    --country IT \
    --state Italy \
    --locality Rome \
    --organization "Marco Visco Corporation" \
    --organizational-unit "Community & News" \
    --common-name "3C266B12-8400-40DC-891B-CB52BB84CD86" \
    --extensions-file src/main/shell/certs-manager/ssl_extensions.cnf \
    --ext-cert-role ProjectManager \
    --ext-cert-device-id "$(./src/main/shell/certs-manager/generate_device_id.sh generate true)" \
    --output-p12-file client_with_device_id_and_roles_cert.p12
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Bash

Console 16 - Generazione di un certificato client con estensione personalizzata DeviceId con il corretto valore ed estensione personalizzata Roles e valore ProjectManager

# Generate a client certificate with custom extension DeviceId with the correct value generated by the algorithm described in the chapter "Algorithm for generating the DeviceId" and the custom extension Roles and the value User,Administrator
./src/main/shell/certs-manager/certs_manager.sh generate-client --working-dir src/main/resources/certs \
    --private-key-file client_with_device_id_and_roles_1_key.pem \
    --csr-file client_with_device_id_and_roles_1_csr.pem \
    --client-cert-file client_with_device_id_and_roles_1_cert.pem \
    --validity-days 365 \
    --ca-cert-file ca_cert.pem \
    --ca-key-file ca_private_key.pem \
    --ca-key-password "$(cat src/main/resources/certs/ca_private_key.pem.password)" \
    --country IT \
    --state Italy \
    --locality Rome \
    --organization "Massimo Visco Corporation" \
    --organizational-unit "Community & News" \
    --common-name "7BF80D48-B92C-45EB-80F0-363D1CCA6E4C" \
    --extensions-file src/main/shell/certs-manager/ssl_extensions.cnf \
    --ext-cert-role User,Administrator \
    --ext-cert-device-id "$(./src/main/shell/certs-manager/generate_device_id.sh generate true)" \
    --output-p12-file client_with_device_id_and_roles_1_cert.p12
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Bash

Console 17 - Generazione di un certificato client con estensione personalizzata DeviceId con il corretto valore ed estensione personalizzata Roles e valore User,Administrator

Come possiamo vedere dagli script sopra riportati, abbiamo generato cinque certificati client con le caratteristiche descritte in precedenza. I certificati client generati sono stati salvati all'interno della directory src/main/resources/certs e la tabella 3 mostra un riepilogo dei certificati client generati.

ID Subject Issuer DeviceId Roles File p12 Password .p12 Password private key (PEM)
1 C=IT, ST=Italy, L=Rome, O=Mario Rossi Corporation, OU=Community & News, CN=D54FF113-A0C4-4A67-A6DE-B8DEE24A5095 Dontesta CA client_without_custom_ext_cert.p12 5byk65SNHEIwfv3s K3K8onVbmB2ACXdu
2 C=IT, ST=Italy, L=Rome, O=Antonella Bianchi Corporation, OU=Community & News, CN=438D4FFD-0082-4189-8659-012692868913 Dontesta CA 1234567890 client_with_bad_device_id_cert.p12 HQeQYfBkq2cf8AjL DDSO642Dq2o+U1cF
3 C=IT, ST=Italy, L=Rome, O=Andrea Valdasso Corporation, OU=Community & News, CN=B7422CD0-DDCC-435F-843C-11649C987256 Dontesta CA 123User client_with_device_id_and_bad_roles_cert.p12 7Rb1laR7WOdqcZk+ 1JKARpPJ7wCnX4Ju
4 C=IT, ST=Italy, L=Rome, O=Marco Visco Corporation, OU=Community & News, CN=3C266B12-8400-40DC-891B-CB52BB84CD86 Dontesta CA ProjectManager client_with_device_id_and_roles_cert.p12 HA5b7g0Cy3bI/+1/ AeqFJRRA2wqnG0Nf
5 C=IT, ST=Italy, L=Rome, O=Massimo Visco Corporation, OU=Community & News, CN=7BF80D48-B92C-45EB-80F0-363D1CCA6E4C Dontesta CA User
Administrator client_with_device_id_and_roles_1_cert.p12 uWTNwBluEXGszPYv 55MoxEiH1B/r5Muz

Tabella 3 - Certificati client generati per i test di accesso

Il valore del DeviceId è stato generato utilizzando lo script generate_device_id.sh e il valore è stato codificato in Base64. Il valore del DeviceId è stato inserito nel certificato client come estensione personalizzata DeviceId. A seguire un esempio dell'output dello script generate_device_id.sh.

# Generate a DeviceId
./src/main/shell/certs-manager/generate_device_id.sh generate true

# Output
MTcyNjM1NTMzNTQyMzYxNzAwMCMyYzBlMzY4ZS1lMDU5LTQ5OWQtYjFjNS0zNGU4MjdiYmE0MTIjYW11c2FycmEtbWFjYm9vay1wcm8ubG9jYWwjNmNlZDI3YTI5ODUyMDJiNjhiOTA2YjQ3YTQzM2QyOGNkYTFmN2JkMjMxNzMzNTUxNmIzNmVlYTViMTc0MTdlOA==
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Bash

Console 18 - Esempio di output dello script generate_device_id.sh per la generazione del DeviceId

Step 11 - Test della configurazione mTLS

Il tag di riferimento per questo step è tutorial-step-11-test-mtls-config.

Adesso che abbiamo generato i certificati client, possiamo procedere con il test dell'applicazione Quarkus per verificare che l'autenticazione mTLS funzioni correttamente e che le policy di accesso ai servizi REST siano rispettate.

Prima di proseguire con la serie di test, dobbiamo applicare una configurazione obbligatoria, ovvero, la secret key necessaria per la decodifica e verifica del DeviceId. La proprietà da aggiungere al file di configurazione application.properties è indicata a seguire.

# Setting the secret key for verifying the device ID extracted from the client certificate.
# The secret key is stored in the `application.properties` file. In a production environment,
# it is recommended to use a secure password storage mechanism.
client.cert.device.id.secret-key=my_secret_key_for_generate_device_id
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Bash

Application Properties 4 - Configurazione della secret key per la verifica del DeviceId

La verifica del DeviceId è un passaggio obbligatorio per l’autenticazione mTLS. Il DeviceId è un identificativo univoco generato e inserito nel certificato client durante la sua creazione. Questo valore viene prodotto tramite un algoritmo specifico e successivamente decodificato e verificato dall’applicazione Quarkus per garantire l’autenticazione mTLS.

La verifica è implementata all'interno della classe DeviceIdUtil attraverso il metodo verifyDeviceId e l'algoritmo per la generazione del DeviceId è descritto nel capitolo Algoritmo per la generazione del DeviceId.

Durante la fase di test, potrebbe risultare utile avere il log di debug dei componenti di SecurityAugmentor per verificare che l'autenticazione mTLS funzioni correttamente. Per fare ciò, possiamo aggiungere le seguenti proprietà al file di configurazione application.properties.

# Logging configuration
quarkus.log.category."it.dontesta.quarkus.tls.auth.ws.security.identity.RolesAugmentor".level=DEBUG
quarkus.log.category."it.dontesta.quarkus.tls.auth.ws.security.identity.AttributesAugmentor".level=DEBUG
quarkus.log.category."it.dontesta.quarkus.tls.auth.ws.security.identity.OidSecurityIdentityAugmentor".level=DEBUG
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Bash

Application Properties 5 - Configurazione del log di debug

Adesso possiamo procedere con il test dell'applicazione Quarkus. Per fare ciò, eseguiremo i seguenti passaggi:

  1. avviare l'applicazione Quarkus;
  2. eseguire i test di accesso ai servizi REST utilizzando i certificati client generati verificando che l'autenticazione mTLS funzioni correttamente, che le policy di accesso ai servizi REST siano rispettate e che le risposte dei servizi REST siano conformi agli schemi JSON definiti nel capitolo Struttura JSON di risposta dei servizi Rest.

Per avviare l'applicazione basta eseguire il comando quarkus:dev e se non ci sono errori, l'applicazione Quarkus sarà pronta per i test e dovremmo vedere un output simile a quello riportato di seguito.


          ,--------.,--. ,---. ,---.
,--,--,--.'--. .--'| | ' .-' ,-----. / O \ ,---. ,---.
| | | | | | `. `-. '-----' | .-. || .-. || .-. |
| | | | | | | '--..-' | | | | || '-' '| '-' '
`--`--`--' `--' `-----'`-----' `--' `--'| |-' | |-'
                                                     `--' `--'
Developed by: Antonio Musarra
Blog: https://www.dontesta.it
GitHub: https://github.com/amusarra
LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/amusarra
Twitter: https://twitter.com/antonio_musarra

                                          Powered by Quarkus 3.14.3
2024-09-13 16:18:54,102 INFO [io.quarkus] (Quarkus Main Thread) tls-mutual-auth 1.0.0-SNAPSHOT on JVM (powered by Quarkus 3.14.3) started in 1.436s. Listening on: https://localhost:8443

2024-09-13 16:18:54,103 INFO [io.quarkus] (Quarkus Main Thread) Profile dev activated. Live Coding activated.
2024-09-13 16:18:54,104 INFO [io.quarkus] (Quarkus Main Thread) Installed features: [cdi, rest, rest-jackson, security, smallrye-context-propagation, vertx]

--
Tests paused
Press [e] to edit command line args (currently ''), [r] to resume testing, [o] Toggle test output, [:] for the terminal, [h] for more options>
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Bash

Console 18 - Avvio dell'applicazione Quarkus

Avviata l'applicazione, possiamo preparare un set di richieste HTTP verso i due endpoint REST che abbiamo implementato. Per fare ciò, possiamo utilizzare un tool come curl o Postman. In questo esempio, utilizzeremo curl per inviare le richieste HTTP. In pipe (|) al comando curl è stato incluso l'utilizzo del tool jq che ci permette di ottenere un output più leggibile (in formato JSON) dei risultati delle richieste HTTP. Non è obbligatorio, ma è consigliabile installare il tool jq per poter leggere meglio l'output dei comandi.

Tenendo davanti a noi la tabella 2 con i certificati client generati (in formato PKCS#12), potremo procedere con i test di accesso ai servizi REST, verificando che l'output sia quello atteso. Ricordiamo che l'output dipenderà dal certificato client utilizzato per l'accesso ai servizi REST.

# Execute the request to the /api/v1/connection-info/info endpoint using the client certificate without custom extensions
curl -s \
    --cert src/main/resources/certs/client_without_custom_ext_cert.p12:5byk65SNHEIwfv3s \
    --cert-type P12 \
    --cacert src/main/resources/certs/ca_cert.pem \
    https://localhost:8443/api/v1/connection-info/info | jq

# Output
{
  "statusCode": 401,
  "message": "Invalid certificate OID { 1.3.6.1.4.1.99999.2 } missing for DeviceId."
}

# Execute the request to the /api/v1/connection-info/user-identity endpoint using the client certificate without custom extensions
curl -s \
    --cert src/main/resources/certs/client_without_custom_ext_cert.p12:5byk65SNHEIwfv3s \
    --cert-type P12 \
    --cacert src/main/resources/certs/ca_cert.pem \
    https://localhost:8443/api/v1/connection-info/user-identity | jq

# Output
{
  "statusCode": 401,
  "message": "Invalid certificate OID { 1.3.6.1.4.1.99999.2 } missing for DeviceId."
}
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Bash

Console 19 - Esecuzione del test di accesso ai servizi REST con il certificato client senza estensioni personalizzate

L'output dei test di accesso ai servizi REST con il certificato client senza estensioni personalizzate mostra che l'autenticazione mTLS è fallita così come ci aspettavamo, in virtù del fatto che il certificato client non contiene l'estensione personalizzata DeviceId necessaria per l'autenticazione mTLS. In questo caso è intervenuta è la classe OidSecurityIdentityAugmentor che ha la priorità più alta rispetto alle altre e che ha lanciato l'eccezione SecurityException perché l'OID del DeviceId non è stato trovato.

Proseguiamo il test con il certificato client con l'estensione personalizzata DeviceId e il valore 1234567890.

# Execute the request to the /api/v1/connection-info/info endpoint using the client certificate with custom extension DeviceId and value 1234567890
curl -s \
    --cert src/main/resources/certs/client_with_bad_device_id_cert.p12:HQeQYfBkq2cf8AjL \
    --cert-type P12 \
    --cacert src/main/resources/certs/ca_cert.pem \
    https://localhost:8443/api/v1/connection-info/info | jq

# Output
{
  "statusCode": 401,
  "message": "Invalid certificate OID value { 1234567890 } or OID { 1.3.6.1.4.1.99999.2 } missing for DeviceId."
}

# Execute the request to the /api/v1/connection-info/user-identity endpoint using the client certificate with custom extension DeviceId and value 1234567890
curl -s \
    --cert src/main/resources/certs/client_with_bad_device_id_cert.p12:HQeQYfBkq2cf8AjL \
    --cert-type P12 \
    --cacert src/main/resources/certs/ca_cert.pem \
    https://localhost:8443/api/v1/connection-info/user-identity | jq

# Output
{
  "statusCode": 401,
  "message": "Invalid certificate OID value { 1234567890 } or OID { 1.3.6.1.4.1.99999.2 } missing for DeviceId."
}
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Bash

Console 20 - Esecuzione del test di accesso ai servizi REST con il certificato client con estensione personalizzata DeviceId e valore 1234567890

Anche in questo caso l'esito del test è quello atteso, con la differenza che il messaggio di errore è leggermente diverso: l'OID del DeviceId è stato trovato ma il valore non è valido. In questo caso il blocco di codice che ha lanciato l'eccezione è quello che verifica il valore del DeviceId, cosi come mostrato a seguire (dalla classe OidSecurityIdentityAugmentor).

      if (!DeviceIdUtil.verifyDeviceId(oidValue)) {
        throw new SecurityException(
            "Invalid certificate OID value { %s } or OID { %s } missing for DeviceId.".formatted(
                oidValue, AttributesAugmentor.OID_DEVICE_ID));
      }
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Java

Source Code 6 - Blocco di codice che verifica il valore del DeviceId

Continuiamo il test con il certificato client con l'estensione personalizzata DeviceId che ha il corretto valore generato dall'algoritmo descritto nel capitolo Algoritmo per la generazione del DeviceId e l'estensione personalizzata Roles con il valore 123User.

# Execute the request to the /api/v1/connection-info/info endpoint using the client certificate with custom extension DeviceId with the correct value generated by the algorithm and the custom extension Roles and the value 123User
curl -s \
    --cert src/main/resources/certs/client_with_device_id_and_bad_roles_cert.p12:7Rb1laR7WOdqcZk+ \
    --cert-type P12 \
    --cacert src/main/resources/certs/ca_cert.pem \
    https://localhost:8443/api/v1/connection-info/info | jq

# Output
{
  "statusCode": 401,
  "message": "Decoded roles do not match the expected pattern: Role=123User"
}

# Execute the request to the /api/v1/connection-info/user-identity endpoint using the client certificate with custom extension DeviceId with the correct value generated by the algorithm and the custom extension Roles and the value 123User
curl -s \
    --cert src/main/resources/certs/client_with_device_id_and_bad_roles_cert.p12:7Rb1laR7WOdqcZk+ \
    --cert-type P12 \
    --cacert src/main/resources/certs/ca_cert.pem \
    https://localhost:8443/api/v1/connection-info/user-identity | jq

# Output
{
  "statusCode": 401,
  "message": "Decoded roles do not match the expected pattern: Role=123User"
}
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Bash

Console 21 - Esecuzione del test di accesso ai servizi REST con il certificato client con estensione personalizzata DeviceId con il corretto valore ed estensione personalizzata Roles e valore 123User

Anche in questo caso l'esito del test è quello atteso, con la differenza che il messaggio di errore è leggermente diverso: Decoded roles do not match the expected pattern: Role=123User. In questo caso il blocco di codice che ha lanciato l'eccezione è quello che verifica il pattern dei ruoli, cosi come mostrato a seguire (dalla classe RolesAugmentor).

        if (decodedRoles != null) {
          log.debug("Decoded roles from certificate: %s".formatted(decodedRoles));

          // Verify that decodedRoles matches the expected pattern
          if (decodedRoles.matches("^Role=([A-Za-z]+(?:,[A-Za-z]+)*+)$")) {
            // Add the roles to the set
            roles.addAll(Arrays.stream(decodedRoles.split("=")[1].split(","))
                .map(String::trim)
                .collect(Collectors.toSet()));
          } else {
            log.warn("Decoded roles do not match the expected pattern: %s".formatted(decodedRoles));

            throw new SecurityException(
                "Decoded roles do not match the expected pattern: %s".formatted(decodedRoles));
          }
        }
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Java

Source Code 7 - Blocco di codice che verifica il pattern dei ruoli

Sulla console di Quarkus dovremmo vedere un output simile a quello riportato di seguito.

2024-09-13 17:07:57,107 DEBUG [it.don.qua.tls.aut.ws.sec.ide.RolesAugmentor] (vert.x-eventloop-thread-0) Augmenting SecurityIdentity with roles extracted from certificate with OID: 1.3.6.1.4.1.99999.1
2024-09-13 17:07:57,109 DEBUG [it.don.qua.tls.aut.ws.sec.ide.RolesAugmentor] (vert.x-eventloop-thread-0) Decoded roles from certificate: Role=123User
2024-09-13 17:07:57,109 WARN [it.don.qua.tls.aut.ws.sec.ide.RolesAugmentor] (vert.x-eventloop-thread-0) Decoded roles do not match the expected pattern: Role=123User
2024-09-13 17:07:57,109 ERROR [it.don.qua.tls.aut.ws.sec.ide.RolesAugmentor] (vert.x-eventloop-thread-0) Occurred an error during roles extraction from certificate
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Plaintext

Console 22 - Log di debug per la verifica del pattern dei ruoli

Andiamo avanti con il test utilizzando il certificato client con l'estensione personalizzata DeviceId che ha il corretto valore generato dall'algoritmo descritto nel capitolo Algoritmo per la generazione del DeviceId e l'estensione personalizzata Roles con il valore ProjectManager.

# Execute the request to the /api/v1/connection-info/info endpoint using the client certificate with custom extension DeviceId with the correct value generated by the algorithm and the custom extension Roles and the value ProjectManager
curl -i \
    --cert src/main/resources/certs/client_with_device_id_and_roles_cert.p12:HA5b7g0Cy3bI/+1/ \
    --cert-type P12 \
    --cacert src/main/resources/certs/ca_cert.pem \
    https://localhost:8443/api/v1/connection-info/info

# Output
HTTP/2 403
content-length: 0

# Execute the request to the /api/v1/connection-info/user-identity endpoint using the client certificate with custom extension DeviceId with the correct value generated by the algorithm and the custom extension Roles and the value ProjectManager
curl -i \
    --cert src/main/resources/certs/client_with_device_id_and_roles_cert.p12:HA5b7g0Cy3bI/+1/ \
    --cert-type P12 \
    --cacert src/main/resources/certs/ca_cert.pem \
    https://localhost:8443/api/v1/connection-info/user-identity

# Output
HTTP/2 403
content-length: 0
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Bash

Console 22 - Esecuzione del test di accesso ai servizi REST con il certificato client con estensione personalizzata DeviceId con il corretto valore ed estensione personalizzata Roles e valore ProjectManager

Anche in questo caso l'esito del test è quello atteso. L'accesso ai servizi REST è stato negato in quanto il ruolo ProjectManager non è presente tra i ruoli consentiti, infatti la policy di accesso che abbiamo definito sulla proprietà quarkus.http.auth.policy.role-policy-cert.roles-allowed prevede solo i ruoli User e Administrator.

Infine, proseguiamo il test con il certificato client che possiede l'estensione personalizzata DeviceId che ha il corretto valore generato dall'algoritmo descritto nel capitolo Algoritmo per la generazione del DeviceId e l'estensione personalizzata Roles con il valore User,Administrator.

# Execute the request to the /api/v1/connection-info/info endpoint using the client certificate with custom extension DeviceId with the correct value generated by the algorithm and the custom extension Roles and the value User,Administrator
curl -s \
    --cert src/main/resources/certs/client_with_device_id_and_roles_1_cert.p12:uWTNwBluEXGszPYv \
    --cert-type P12 \
    --cacert src/main/resources/certs/ca_cert.pem \
    https://localhost:8443/api/v1/connection-info/info | jq

# Output
{
  "httpRequestHeaders": {
    "user-agent": "curl/8.7.1",
    "accept": "*/*"
  },
  "server": {
    "notAfter": "Fri Sep 12 18:13:44 CEST 2025",
    "keyAlgorithm": "RSA",
    "keySize": 2048,
    "certCommonName": "rd.quarkus.dontesta.it",
    "certIssuer": "CN=Dontesta CA,OU=IT Labs,O=Dontesta,L=Bronte,ST=Catania,C=IT",
    "subjectAlternativeNames": [
      [
        2,
        "admin.quarkus.dontesta.it"
      ],
      [
        2,
        "blog.quarkus.dontesta.it"
      ],
      [
        2,
        "localhost"
      ]
    ],
    "certSubject": "CN=rd.quarkus.dontesta.it,OU=IT Labs,O=Dontesta,L=Bronte (CT),ST=Italy,C=IT",
    "certSerialNumber": "376693016274162034819659983838224914643739644606",
    "certPEM": "<removed>",
    "customExtensions": {},
    "notBefore": "Thu Sep 12 18:13:44 CEST 2024"
  },
  "protocol": "TLSv1.3",
  "httpProtocol": "HTTP_2",
  "clientPort": 64218,
  "isSecure": true,
  "client": {
    "notAfter": "Sat Sep 13 15:03:16 CEST 2025",
    "keyAlgorithm": "RSA",
    "keySize": 2048,
    "certCommonName": "7BF80D48-B92C-45EB-80F0-363D1CCA6E4C",
    "certIssuer": "CN=Dontesta CA,OU=IT Labs,O=Dontesta,L=Bronte,ST=Catania,C=IT",
    "subjectAlternativeNames": null,
    "certSubject": "CN=7BF80D48-B92C-45EB-80F0-363D1CCA6E4C,OU=Community & News,O=Massimo Visco Corporation,L=Rome,ST=Italy,C=IT",
    "certSerialNumber": "376693016274162034819659983838224914643739644614",
    "certPEM": "<removed>",
    "customExtensions": {
      "role": "Role=User,Administrator",
      "deviceId": "DeviceId=MTcyNjIzMjU5Njc5NTk2NjAwMCNmMjEwNTM2Ni02MTEyLTQyYTctOGI5OC00Njg3NmRkYWU0MmYjYW11c2FycmEtbWFjYm9vay1wcm8ubG9jYWwjNWZlMGUxMTNkMGJjMDIzZTQ3YTY0OTAzM2Q1NmM2MmEwN2EzMDk0MzVkYzdiOWIyMjIxZjkxNDcwNDVkZTdjNg=="
    },
    "notBefore": "Fri Sep 13 15:03:16 CEST 2024"
  },
  "userAgent": "curl/8.7.1",
  "cipherSuite": "TLS_AES_256_GCM_SHA384",
  "clientAddress": "127.0.0.1:64218"
}

# Execute the request to the /api/v1/connection-info/user-identity endpoint using the client certificate with custom extension DeviceId with the correct value generated by the algorithm and the custom extension Roles and the value User,Administrator
curl -s \
    --cert src/main/resources/certs/client_with_device_id_and_roles_1_cert.p12:uWTNwBluEXGszPYv \
    --cert-type P12 \
    --cacert src/main/resources/certs/ca_cert.pem \
    https://localhost:8443/api/v1/connection-info/user-identity | jq

# Output
{
  "principal": "CN=7BF80D48-B92C-45EB-80F0-363D1CCA6E4C,OU=Community & News,O=Massimo Visco Corporation,L=Rome,ST=Italy,C=IT",
  "roles": [
    "User",
    "Administrator"
  ],
  "attributes": {
    "deviceId": "MTcyNjIzMjU5Njc5NTk2NjAwMCNmMjEwNTM2Ni02MTEyLTQyYTctOGI5OC00Njg3NmRkYWU0MmYjYW11c2FycmEtbWFjYm9vay1wcm8ubG9jYWwjNWZlMGUxMTNkMGJjMDIzZTQ3YTY0OTAzM2Q1NmM2MmEwN2EzMDk0MzVkYzdiOWIyMjIxZjkxNDcwNDVkZTdjNg=="
  },
  "userCN": "7BF80D48-B92C-45EB-80F0-363D1CCA6E4C"
}
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Bash

Console 23 - Esecuzione del test di accesso ai servizi REST con il certificato client con estensione personalizzata DeviceId con il corretto valore ed estensione personalizzata Roles e valore User,Administrator

L'output dei test di accesso ai servizi REST con il certificato client con l'estensione personalizzata DeviceId con il corretto valore generato dall'algoritmo descritto nel capitolo Algoritmo per la generazione del DeviceId e l'estensione personalizzata Roles con il valore User,Administrator mostra che l'autenticazione mTLS è avvenuta con successo e che l'accesso ai servizi REST è stato consentito. Inoltre, l'output dei servizi REST è conforme agli schemi JSON definiti nel capitolo Struttura JSON di risposta dei servizi Rest.

Con questo ultimo test abbiamo completato la serie di verifiche dell’accesso ai servizi REST utilizzando i certificati client generati. Abbiamo confermato che l’autenticazione mTLS ha funzionato correttamente e che le policy di accesso ai servizi REST sono state applicate in modo adeguato.

Cos'è il Trusted Service List (TSL) e come integrarlo

Il TSL (Trusted Service List) è un documento elettronico standardizzato che contiene informazioni sui servizi fiduciari di uno Stato membro dell’Unione Europea o di un altro paese riconosciuto. I servizi fiduciari includono quelli che offrono servizi di firma digitale, autenticazione, sigilli elettronici, certificati SSL/TLS e altri meccanismi di sicurezza legati all’identità digitale.

La mindmap seguente suddivide il TSL nei seguenti rami principali.

  • Definizione : contiene la definizione del TSL e il documento elettronico standard che lo rappresenta.
  • Componenti Principali : elenca i principali componenti del TSL, come i fornitori di servizi fiduciari (TSP), i certificati digitali e i servizi fiduciari qualificati.
  • Normative : descrive le normative che regolano il TSL, come il regolamento eIDAS nell’UE e l’interoperabilità tra paesi.
  • Utilizzo : spiega come utilizzare il TSL per verificare i certificati, garantire la conformità normativa, firmare documenti digitali e proteggere i siti web con certificati SSL/TLS.
  • Aggiornamenti : discute la validità e l’aggiornamento periodico del TSL, nonché la revoca dei fornitori non conformi.


Figura 11 - Mindmap del Trusted Service List (TSL)

Gli Stati membri dell'Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo pubblicano elenchi attendibili di fornitori di servizi fiduciari qualificati in conformità al Regolamento eIDAS. La Commissione Europea pubblica questi elenchi di fiducia in un formato elettronico standardizzato chiamato Trusted List (TL) che è possibile consultare sulla eIDAS Dashboard.

La soluzione dell'integrazione del TSL in Quarkus

Il tag di riferimento per questo step è tutorial-bonus-integrate-tsl.

Per integrare il TSL in un'applicazione Quarkus, potremmo utilizzare la libreria DSS : Digital Signature Service che fornisce un'implementazione Java per la gestione delle Trusted Lists (TL) più decine di altre cose all'interno dell'ecosistema DSS. La libreria DSS è stata sviluppata dalla Commissione Europea e fa parte dei Digital Building Blocks (DBB) per la creazione di servizi digitali sicuri e interoperabili. In questo esempio d'integrazione, faremo una nostra implementazione che richiede davvero poco sforzo e sfrutteremo in questo modo delle caratteristiche di Quarkus.

L'applicazione Quarkus, fino a questo momento è stata configurata per l'autenticazione mTLS e l'accesso ai servizi REST è stato limitato in base ai ruoli definiti e attributi presenti nel certificato client. L'integrazione del TSL potrebbe essere utile per verificare i certificati digitali dei fornitori di servizi fiduciari qualificati e garantire la conformità normativa.

Restando nel territorio Italiano e volendo fare un esempio pratico, potremmo utilizzare il TSL Italiano pubblicato dall'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) e integrarlo nell'applicazione Quarkus. L'AgID pubblica il TSL Italiano in un formato elettronico standardizzato che può essere consultato sulla eIDAS Dashboard.

Integrando il TSL Italiano sulla nostra applicazione Quarkus, potremo consentire l'accesso ai servizi REST per i possessori di certificati digitali rilasciati da fornitori di servizi fiduciari qualificati. Qual è il primo certificato digitale che quasi tutti i cittadini Italiani posseggono? La Carta d'Identità Elettronica (CIE) rilasciata dal Ministero dell'Interno e prodotta dal Poligrafico e Zecca dello Stato, è un esempio di certificato digitale che può essere verificato tramite il TSL Italiano.

Quali sono i macro passaggi per integrare il TSL Italiano nell'applicazione Quarkus?

  1. Scaricare il file XML del TSL Italiano da eIDAS (https://eidas.agid.gov.it/TL/TSL-IT.xml).
  2. Eseguire il parsing del file XML.
  3. Estrarre i certificati X509 delle CA dei fornitori di servizi fiduciari qualificati.
  4. Verificare i certificati digitali in ingresso.
  5. Configurare il TLS in Quarkus con i certificati digitali validati.

Questi macro passaggi possono essere implementati all'interno di un Periodic Task di Quarkus che eseguirà gli step indicati in precedenza, così come mostrato nel diagramma di flusso a seguire.

flowchart TD UpdateTSL>Periodic Task \nGov Certificate Updater] --> SA subgraph SA [TSL Update Process] Start([Start]) --> A[Download the TSL-IT.xml] A --> B[Parse the XML file] B --> C[Extract certificates and TSP] C --> D{Valid certificates?} D -->|Yes| E[Validate incoming certificates] D -->|No| F[Generate invalid certificate error] E --> G[Configure TLS in Quarkus] F --> End G --> End([End]) end

Figura 12 - Diagramma di flusso per l'integrazione del TSL in Quarkus

Implementazione del parser XML del TSL e del task periodico di aggiornamento

Per quanto riguarda il parser XML del TSL, andremo a scrivere un componente che chiameremo GovCertificateParser che avrà le seguenti responsabilità:

  1. eseguire il parser del file XML estraendo solo i certificati X509 che sono identificati dall'elemento ServiceTypeIdentifier con il valore http://uri.etsi.org/TrstSvc/Svctype/IdV;
  2. verificare che i certificati X509 siano validi;
  3. salvare i certificati X509 validi in formato PEM;
  4. creare un bundle di certificati PEM che sarà poi utilizzato per configurare il TLS in Quarkus.

Per quanto riguarda il task periodico di aggiornamento, andremo a scrivere un componente che chiameremo GovCertificateUpdater che avrà le seguenti responsabilità:

  1. eseguire il task periodico di aggiornamento del TSL con una frequenza che sia configurabile attraverso una proprietà applicativa sul file application.properties;
  2. scaricare il file XML del TSL Italiano;
  3. chiamare il componente GovCertificateParser che esegue il parsing del file XML e salva i certificati X509 all'interno di un bundle di certificati PEM;

Qui non riporterò il codice sorgente completo, che potete sempre visionare qui tutorial-bonus-integrate-tsl ma vi mostrerò il codice sorgente del componente GovCertificateUpdater che si occupa di scaricare il file XML del TSL Italiano e di chiamare il componente GovCertificateParser per eseguire il parsing del file XML e salvare i certificati X509 all'interno di un bundle di certificati PEM.

sequenceDiagram participant Scheduler participant GovCertificateUpdater participant HttpClient participant GovCertificateParser Scheduler->>GovCertificateUpdater: updateCertificates() activate GovCertificateUpdater GovCertificateUpdater->>HttpClient: download TSL-IT.xml activate HttpClient HttpClient-->>GovCertificateUpdater: TSL-IT.xml content deactivate HttpClient GovCertificateUpdater->>GovCertificateParser: parseAndSaveCerts(xmlContent) activate GovCertificateParser GovCertificateParser->>GovCertificateParser: cleanOutputPath() GovCertificateParser->>GovCertificateParser: apply(Node node) GovCertificateParser->>GovCertificateParser: saveCertificatesAsPem(inputDirectory, outputPath) deactivate GovCertificateParser deactivate GovCertificateUpdater

Figura 13 - Diagramma di sequenza per l'aggiornamento del TSL in Quarkus

Le configurazioni applicative introdotte per l'integrazione del TSL sono mostrate di seguito.

# Setting the URL of the Trust Service List (TSL) for the Italian government.
gov.trust.certs.url=https://eidas.agid.gov.it/TL/TSL-IT.xml

# Setting the path where the TSL certificates are stored.
gov.trust.certs.pem.bundle.output.path=/tmp/tsl-it

# Setting the name of the TSL certificates bundle file.
gov.trust.certs.pem.bundle.file.name=tsl-it_bundle.pem

# Setting the period for updating the TSL certificates
# The value can be expressed in milliseconds (ms), seconds (s), minutes (m), hours (h), or days (d).
# The configuration used by GovCertificateUpdater.
gov.trust.certs.tsl.update.period=2m

# Setting the initial delay for updating the TSL certificates
gov.trust.certs.tsl.update.initial.delay=60s
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Bash

Application Properties 6 - Configurazioni applicative per l'integrazione del TSL

Oltre a introdurre queste nuove configurazioni applicative, affinché il TLS Registry di Quarkus sia in grado di caricare sul truststore i certificati estratti dal TSL Italiano, dobbiamo configurare il truststore di Quarkus con il bundle di certificati PEM e abilitare il meccanismo di refresh dei certificati. Per fare ciò, dobbiamo modificare la proprietà quarkus.tls.https.trust-store.pem.certs per aggiungere anche il bundle PEM delle CA del TSL e aggiungere la proprietà quarkus.tls.https.reload-period. A seguire le modifiche apportate al file application.properties.

# Setting the trust-store path.
# The trust-store file is located in the `certs` directory
# inside the resources directory.
quarkus.tls.https.trust-store.pem.certs=certs/ca_cert.pem,/tmp/tsl-it/tsl-it_bundle.pem

# Setting the reload period for the TLS configuration to 125 seconds.
quarkus.tls.https.reload-period=125s
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Bash

Application Properties 7 - Configurazioni del TLS Registry per l'integrazione del TSL

L'attuale implementazione del TLS Registry di Quarkus, prevede che il caricamento iniziale dei certificati e successivo reload, possa avvenire solo attraverso filesystem, questo implica che il file tsl-it_bundle.pem (vedi configurazione) debba essere presente sul filesystem e valido; per esempio non può essere un file vuoto. Se queste condizioni non sono rispettate, il TLS Registry di Quarkus non sarà capace di caricare i certificati e il server non verrà avviato. Per maggiori informazioni consultare la documentazione ufficiale 6. Startup checks.

Come risolvere questo problema? Per gli ambienti superiori a sviluppo non è un problema perché in genere sono adottate soluzioni basate sulle kubernetes secrets o cert-manager (vedi 8. Using Kubernetes secrets or cert-manager) che inietteranno i certificati direttamente nel filesystem locale del pod, e questo garantirà che il bundle PEM sia presente e valido. Quanto mostrato in console è un esempio di quando l'applicazione Quarkus non riesce ad avviarsi a causa di un file PEM non valido.

2024-09-17 17:30:20,018 ERROR [io.qua.run.Application] (Quarkus Main Thread) Failed to start application: java.lang.RuntimeException: Failed to start quarkus
        at io.quarkus.runner.ApplicationImpl.doStart(Unknown Source)
        at io.quarkus.runtime.Application.start(Application.java:101)
        at io.quarkus.runtime.ApplicationLifecycleManager.run(ApplicationLifecycleManager.java:119)
        at io.quarkus.runtime.Quarkus.run(Quarkus.java:71)
        at io.quarkus.runtime.Quarkus.run(Quarkus.java:44)
        at io.quarkus.runtime.Quarkus.run(Quarkus.java:124)
        at io.quarkus.runner.GeneratedMain.main(Unknown Source)
        at java.base/jdk.internal.reflect.DirectMethodHandleAccessor.invoke(DirectMethodHandleAccessor.java:103)
        at java.base/java.lang.reflect.Method.invoke(Method.java:580)
        at io.quarkus.runner.bootstrap.StartupActionImpl$1.run(StartupActionImpl.java:116)
        at java.base/java.lang.Thread.run(Thread.java:1583)
Caused by: java.lang.IllegalStateException: Invalid PEM trusted certificates configuration for certificate 'https' - cannot read the PEM certificate files
        at io.quarkus.tls.runtime.keystores.PemKeyStores.verifyPEMTrustStoreStore(PemKeyStores.java:49)
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Plaintext

Console 24 - Errore di avvio dell'applicazione Quarkus a causa di un file PEM non valido

Per riuscire a far partire l'applicazione Quarkus sul nostro ambiente di sviluppo, le strade sono due:

  1. creare un file PEM (tsl-it_bundle.pem) con almeno un certificato valido all'interno della directory /tmp/tsl-it prima di avviare l'applicazione Quarkus;
  2. creare il file tsl-it_bundle.pem contenente i certificati validi estratti dal TSL Italiano all'interno della directory /tmp/tsl-it prima di avviare l'applicazione Quarkus.

Indubbiamente la prima strada è la più semplice e veloce da percorrere, mentre la seconda richiede più di lavoro.

Seguendo la prima strada dovremmo attendere l'esecuzione del task finché porti a compimento l'aggiornamento del TSL per ottenere il bundle PEM con i certificati validi, per poi attendere il reload del TLS Registry di Quarkus (vedi quarkus.tls.https.reload-period). Il vantaggio della seconda strada è che all'avvio dell'applicazione Quarkus avremo già il bundle PEM con i certificati validi estratti dal TSL Italiano e il TLS sarà configurato correttamente.

In ogni caso, una volta che l'applicazione Quarkus sarà partita, il task periodico di aggiornamento del TSL si occuperà di aggiornare il file PEM con i certificati validi estratti dal TSL Italiano. Direi di seguire entrambe le strade e verificare così la differenza di comportamento.

La prima strada prevede di creare un file PEM con almeno un certificato di CA. Eseguendo dalla home del progetto lo script shell ./src/main/shell/certs-manager/download_tsl_it_certs.sh --fake, genereremo un file PEM con un certificato di CA fake. A seguire l'output dello script shell.

🚀 Starting certificate update process
🔐 Generating fake CA certificate
.+.....+.+...+...+..+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++*.+.....................+..+..........+..+............+...............+...+...+....+......+..+......+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++*...+....+...+...........+....+......+..+.............+..+...+....+.....+.+...............+....................+.+..................+..+....+.....+.........+.+..+.........+...+...+...+....+...........+....+......+.....+.........+.......+...+...+.........+......+.....+...+......+...+.+......+...+..+...+...............+.............+...+.....+.+...........+....+........+............+......+...+....+.................+...+.+......+...+...+........+....+...+..............+....+.....+.+...............+.....+....+..............+............+......+.......+......+...........+.........+............+....+.....+.+.....+...+......+......+...+.........+.+.....................+...+.....+.......+.....+.+..+.............+..+............+......+....+.........++++++
...+..+.+.........+........+.+.........+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++*.........+.+..+...+......+.+...+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++*...++++++
✅ Generated fake CA certificate at /tmp/tsl-it/fake_ca.pem
✅ Added fake CA certificate to PEM bundle
Enter fullscreen mode Exit fullscreen mode

Bash

Console 25 - Esecuzione dello script shell per la generazione di un file PEM con un certificato di CA fake

Una volta ottenuto il file /tmp/tsl-it/fake_ca.pem lo rinominiamo in tsl-it_bundle.pem e avviamo l'applicazione Quarkus con il comando quarkus dev. L'applicazione Quarkus dovrebbe partire senza problemi, ed eseguendo il comando openssl s_client -connect localhost:8443 -showcerts, dovremmo vedere nella lista degli Acceptable client certificate CA names il certificato di CA fake (con subject C=US, ST=California, L=San Francisco, O=Fake Identity Corp, OU=IT Department, CN=Faked Identity Corp Root CA) che abbiamo generato, così come mostrato di seguito da un estratto dell'output del comando.

Connecting to 127.0.0.1
CONNECTED(00000005)
Can't use SSL_get_servername
depth=0 C=IT, ST=Catania, L=Bronte, O=Dontesta, OU=IT Labs, CN=rd.quarkus.dontesta.it
verify error:num=20:unable to get local issuer certificate
verify return:1
depth=0 C=IT, ST=Catania, L=Bronte, O=Dontesta, OU=IT Labs, CN=rd.quarkus.dontesta.it
verify error:num=21:unable to verify the first certificate
verify return:1
depth=0 C=IT, ST=Catania, L=Bronte, O=Dontesta, OU=IT Labs, CN=rd.quarkus.dontesta.it
verify return:1

Server certificate
subject=C=IT, ST=Catania, L=Bronte, O=Dontesta, OU=IT Labs, CN=rd.quarkus.dontesta.it
issuer=C=IT, ST=Catania, L=Bronte, O=Dontesta, OU=IT Labs, CN=Dontesta CA

Certificate chain
 0 s:C=IT, ST=Catania, L=Bronte, O=Dontesta, OU=IT Labs, CN=rd.quarkus.dontesta.it
   i:C=IT, ST=Catania, L=Bronte, O=Dontesta, OU=IT Labs, CN=Dontesta CA
   a:PKEY: rsaEncryption, 2048 (bit); sigalg: RSA-SHA256
   v:NotBefore: Sep 6 22:16:21 2024 GMT; NotAfter: Sep 6 22:16:21 2025 GMT

Acceptable client certificate CA names
C=IT, O=Actalis S.p.A., OU=Servizi di Certificazione, CN=Regione Molise - CA Cittadini 2020
C=IT, O=Telecom Italia Trust Technologies S.r.l., OU=Servizi di certificazione, CN=TI Trust Technologies per il Ministero dell'Interno CA
C=IT, O=InfoCert S.p.A., OU=Servizi di Certificazione, CN=Regione Basilicata - CA Cittadini
C=IT, O=InfoCert S.p.A., OU=Trust Service Provider, organizationIdentifier=VATIT-07945211006, CN=InfoCert Certification Services CA 3
C=IT, O=Poste Italiane S.p.A., OU=Servizi di Certificazione, CN=Regione Siciliana - CA Cittadini
C=IT, O=Actalis S.p.A., OU=Servizi di Certificazione, CN=Regione Umbria - CA Cittadini
C=IT, O=InfoCert S.p.A., OU=Servizi di Certificazione, CN=Regione Marche - CA Cittadini
C=IT, L=Ponte San Pietro, O=ArubaPEC S.p.A., organizationIdentifier=VATIT-01879020517, OU=Trust Service Provider, CN=ArubaPEC EU Authentication Certificates CA G1
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Plaintext

Console 27 - Output del comando openssl s_client -connect localhost:8443 -showcerts

Seguendo la prima strada del certificato di CA fake, abbiamo avuto modo di appurare come la nostra implementazione dell'integrazione del TSL e la configurazione del TLS Registry di Quarkus funzionino correttamente e come atteso. Ora possiamo passare alla seconda strada, ovvero, quella di creare il file tsl-it_bundle.pem con i certificati validi estratti dal TSL prima di avviare l'applicazione Quarkus.

Per generare quindi il file tsl-it_bundle.pem con i certificati validi estratti dal TSL, eseguiremo lo script shell ./src/main/shell/certs-manager/download_tsl_it_certs.sh che si occuperà di scaricare il file XML del TSL, estrarre i certificati validi e salvarli in formato PEM (bundle) all'interno della directory /tmp/tsl-it. Prima di eseguire lo script, dovreste accertare che l'applicazione Quarkus non sia attiva. A seguire un estratto di esecuzione dello script shell.

🚀 Starting certificate update process
✅ Downloaded XML content
💾 Saving XML content to file: /tmp/tsl-it.xml
✅ Saved XML content to /tmp/tsl-it.xml
🔍 Parsing and saving certificates
🧹 Cleaning output path: /tmp/tsl-it
✅ Cleaned output path: /tmp/tsl-it
****Retrieving: /tmp/tsl-it.xml****
 ****Processing: /tmp/tsl-it.xml****
💾 Saving certificate as PEM
Certificate will not expire
✅ Saved certificate to /tmp/tsl-it/b43852d091d7d0ecd4bd473286dc82e5ba1f24f9d82ac2b6d0fae39e5c38637f.pem
🔍 Certificate subject: subject=C=IT, O=INFOCERT SPA, OU=Ente Certificatore, serialNumber=07945211006, CN=InfoCert Servizi di Certificazione 2
💾 Saving certificate as PEM
Certificate will not expire
✅ Saved certificate to /tmp/tsl-it/1b944bedf3d946bb0f8b889b6fa5130a152668e1d73ea253c334d8ea392c773b.pem
🔍 Certificate subject: subject=C=IT, O=InfoCert S.p.A., OU=Servizi di Certificazione, CN=Provincia Autonoma di Bolzano - CA Cittadini
💾 Saving certificate as PEM
Certificate will not expire
Certificate will expire
❌ Certificate subject=C=IT, O=Postecom S.p.A., OU=Servizi di Certificazione, CN=Regione Marche - CA Cittadini is expired or not yet valid. Removing /tmp/tsl-it/b70ad3ec6f408fb3e3f42f22c0e0e654893204fa0401052e96932b5f192539d8.pem
🏁 Processed 138 certificates
🏁 Expired certificates: 31
📦 Creating PEM bundle
✅ Created PEM bundle at /tmp/tsl-it/tsl-it_bundle.pem
🏁 Certificate update process completed
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Bash

Console 25 - Esecuzione dello script shell per l'aggiornamento del file tsl-it_bundle.pem

Ottimo! Abbiamo generato il file tsl-it_bundle.pem con i certificati validi estratti dal TSL. Ora possiamo avviare l'applicazione Quarkus con il comando quarkus dev e verificare che il TLS Registry di Quarkus sia stato ricaricato con i certificati validi estratti dal TSL. Eseguendo il comando openssl s_client -connect localhost:8443 -showcerts, dovreste vedere nella lista degli Acceptable client certificate CA names i certificati validi estratti dal TSL, così come atteso.

Adesso la nostra applicazione Quarkus è potenzialmente pronta per accettare client che si vogliano per esempio autenticare tramite CIE o CNS. Potenzialmente, perché l'attuale implementazione andrebbe estesa per garantire l'accesso ai servizi REST ma questo è un esercizio che lascio a voi.

Test di accesso con la TS-CNS

Adesso che abbiamo integrato il TSL nel nostro progetto Quarkus, dovremmo essere nelle condizioni di poter accedere alla Dev Console di Quarkus utilizzando per esempio la TS-CNS. Questo test ci permetterà di verificare che il TLS sia configurato correttamente e che il server sia in grado di autenticare il client.

Il comportamento atteso è che l'accesso alla Dev Console di Quarkus avvenga senza alcun problema dopo avere inserito il PIN della TS-CNS mentre l'accesso ai servizi REST dovrebbe fallire perché il certificato client della TS-CNS non rispetta i requisiti che abbiamo imposto per i certificati client (vedi tabella sui requisiti dei certificati client).

Per eseguire il test diamo per scontato che la macchina su cui eseguirete il test abbia installato e configurato correttamente un lettore di smart card compatibile con la vostra TS-CNS e che il browser utilizzato sia compatibile e configurato per l'uso della smart card.

Il test può essere eseguito in due modi, uno semplice e uno più avanzato.

  1. dopo aver collegato il lettore di smart card e inserita la TS-CNS, puntando il browser sull'indirizzo https://localhost:8443/q/dev/, il comportamento atteso è che sia visualizzato il pop-up per l'inserimento del PIN, successivamente visulizzato il pop-up per la selezione e conferma del certificato client e infine la Dev Console di Quarkus;
  2. utilizzando cURL avendo cura di istruire il comando curl a utilizzare il certificato client presente all'interno della TS-CNS. Per questo test vi rimando al video Autenticazione con la TS-CNS: come usarla in modalità batch.

A seguire le immagine del pop-up per l'inserimento del PIN della TS-CNS, del pop-up per la selezione del certificato client e della Dev Console di Quarkus.


Figura 14 - Pop-up per l'inserimento del PIN della TS-CNS


Figura 15 - Pop-up per la selezione del certificato client


Figura 16 - Dev Console di Quarkus

Ottimo! Abbiamo ottenuto il risultato atteso. Accedendo al servizio REST https://localhost:8443/api/v1/connection-info/user-identity dovremmo ottenere l'accesso negato al servizio in virtù del fatto che il certificato della TS-CNS non rispetta i requisiti imposti dalla nostra implementazione.


Figura 17 - Accesso negato al servizio REST

Come ho scritto in precedenza, l'estensione dell'implementazione per supportare i certificati digitali della TS-CNS o CIE è un esercizio che lascio a voi.

Risorse

Considerazioni finali

Wow! Abbiamo fatto un bel percorso.

L’implementazione di TLS Mutual Authentication (mTLS) utilizzando il framework Quarkus rappresenta un passo cruciale per garantire comunicazioni sicure e affidabili tra client e server. Il protocollo TLS, che cifra i dati trasmessi, viene potenziato con l’introduzione di mTLS, permettendo la doppia autenticazione tramite l’uso di certificati sia da parte del client che del server.

Un elemento fondamentale per la corretta gestione dei certificati e della fiducia tra le parti è la Trusted Service List (TSL), che fornisce un elenco di servizi e certificati fidati approvati da autorità di certificazione riconosciute. Nel contesto dell’implementazione di mTLS, l’uso di una TSL permette di garantire che solo i certificati verificati e conformi agli standard di sicurezza possano essere utilizzati, migliorando ulteriormente l’affidabilità del sistema.

Quarkus, con la sua capacità di integrarsi facilmente con mTLS e la gestione di certificati validati tramite TSL, fornisce una piattaforma sicura e scalabile per applicazioni cloud-native. Questo approccio consente di proteggere le comunicazioni, stabilire fiducia reciproca tra client e server e mantenere elevati livelli di sicurezza per le applicazioni distribuite.

In conclusione, l’integrazione di TLS, mTLS e TSL rappresenta una soluzione completa per chi desidera implementare elevati standard di sicurezza nelle proprie applicazioni. Con Quarkus, con una manciata di configurazioni e poche righe di codice, è possibile raggiungere questi obiettivi in maniera efficiente, bilanciando prestazioni e sicurezza.

L'articolo Implementazione di TLS Mutual Authentication (mTLS) con Quarkus sembra essere il primo su Antonio Musarra's Blog.

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